Una persona sensibile come l’amico Carmelo Colelli ci offre uno spunto di riflessione con la sua lirica dedicata alle ultime vittime di mare mostrum Mediterraneo. Al netto di presunte grassazioni perpetrate sui finanziamenti destinati a fronteggiare le emergenze umanitarie, al netto delle dichiarazioni miranti a screditare la collaborazione delle organizzazioni non governative, al netto della vulgata che continua a sostenere l’assunto recitante che ” i politici son tutti ugual”, al netto di tutti quelli del “io non sono razzista però… stiano a casa loro”,,,,, siamo un grande Paese…Ma purtroppo tanti piccoli Aylan non cresceranno. (E.C.)
Sul barcone,
l’ultimo, quello partito questa notte,
come su tutti gli altri partiti prima,
alcuni mai giunti a destinazione,
sono assiepati uomini, donne, bambini.
Sono partiti!
Nulla hanno con loro,
solo la speranza di essere liberi.
Non stanno partendo per un viaggio,
non stanno emigrando,
stanno fuggendo!
Non hanno fatto nulla,
fuggono, alla ricerca della libertà.
Fuggono da un male che ancora oggi attanaglia l’intera umanità
ed ha colpito loro:
la guerra!
Giornali e telegiornali sciorinano numeri di morti e dispersi,
numeri, ancora numeri,
ogni giorno numeri nuovi sempre…in crescendo.
Ogni giorno!
Ogni giorno,
l’umanità si impoverisce,
alcune sue ricchezze rimangono in fondo al mare.”
Carmelo Colelli