Tutti pazzi per i rosati pugliesi, al punto che sono stati già chiusi i primi tre importanti accordi commerciali con altrettanti grossi importatori americani. E al punto da aver ammaliato anche un esperto di fama internazionale, il sommelier – attore Charlie Arturaola (nella top 10 dell’American Sommelier Association) con cui ci sarà in futuro un progetto per la promozione dei rosati pugliesi. Solo alcuni dei prestigiosi risultati con cui si è conclusa la missione americana dell’associazione Puglia in Rosè che prima a New York e poi a Miami, per l’”Italian Wine Week” organizzata con Ice – Italian Trade Agency e Vinitaly International Academy, ha macinato una serie di eventi, seminari e incontri b2b per promuovere i vini rosati di Puglia.
I rosati piacciono sempre di più, è stato ribadito in diverse occasioni, e hanno tutte le possibilità per sfondare nel mercato americano. E i rosati di Puglia ancor di più, grazie alle miriadi di interpretazioni che i vitigni autoctoni consentono di realizzare, ha confermato anche il giornalista italo-americano Jan D’Agata, che ha posto l’accento su come i giovani millennials, nuovi consumatori e trendsetter anche in campo enologico, stiano cambiando il gusto del mercato americano: a differenza dei loro padri, che continuano a bere i vini di sempre, questi ragazzi posseggono infatti una caratteristica capace di modificare le loro scelte, esistenziali o in fatto di lifestyle: la curiosità. E questa curiosità sta adesso indirizzandosi verso il variegato mondo dei rosati pugliesi, percepiti come “nuovi” e unici sia per le innumerevoli sfumature di colore che per l’intensità di connotazioni gusto-olfattive, che sorprendono piacevolmente.
Momento cruciale della settimana americana, il seminario dedicato alla “passione rosa”, condotto da due personalità influenti nel mondo enoico statunitense: Jeff Porter, beverage director dei ristoranti di Joe Bastianich in Usa, ed Eric Guido, wine director del Marketing Morrell Wine Group. Entrambi, durante l’appuntamento che per la prima volta ha accesso i riflettori americani su questa tipologia enoica davanti a una platea tecnica di giornalisti, degustatori e importatori, hanno sottolineato il crescente interesse verso il vino rosato da parte di tutti i consumatori, semplici winelovers o esperti del settore che siano. Una rivalutazione confermata dall’ingresso dei rosati nella carta vini dei locali e dalle sempre più numerose degustazioni guidate organizzate nei ristoranti americani.
Altro aspetto importante, la volontà del consumatore di distaccarsi dai più noti rosé francesi per assaggiare vini ottenuti da vitigni diversi. Se in Francia, infatti, i rosati sono prodotti da 15 vitigni, per lo più internazionali, in Italia i vitigni autoctoni utilizzati sono oltre 550, con quasi 450 denominazioni diverse. Ricchezza – in termini di biodiversità – preziosa per mettere a punto una strategia di marketing efficace, puntando al contempo sul colore dei rosati pugliesi, o meglio sul ventaglio di sfumature che corre dal grigio e dal rosa cipria fino alle tonalità più intense del corallo scuro, cui corrispondono altrettante interpretazioni del gusto. “Anche in questo – commenta Lucia Nettis, presidente dell’associazione “Puglia in Rosé” – la Puglia ha un suo punto di forza strategico, con la varietà di vitigni autoctoni e di vini che è capace di produrre. Su 9 vini degustati durante il seminario, 5 erano infatti pugliesi e tutti da vitigni autoctoni: Bombino Nero, Nero di Troia, Primitivo, Negroamaro. Sia Porter che Guido sono convinti che il mercato americano sia pronto a ricevere i vini rosati pugliesi, ma anche di come la formazione del consumatore sia un punto fondamentale per il successo di questi vini in America”.
Anche la Camera di Commercio americana ha confermato il proprio interesse per l’”Operazione Rosati”, sulla scia del successo del Prosecco, per ampliare il ventaglio delle proposte enoiche made in Italy per il mercato Usa. Prossimo obiettivo, una sede fissa dell’associazione “Puglia in rosé” a New York e a Miami per arrivare a creare una rete commerciale americana.
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