Di Antonella Serafino
Un pezzo di Albania al 67° Festival della canzone italiana di Sanremo con il cantautore e compositore Ermal Meta, uno degli artisti più interessanti a calcare il palco del Teatro Ariston.
Ermal è alla sua terza partecipazione alla massima kermesse canora nazionale,ma il 2017 segna la sua definitiva consacrazione tra i big della canzone italiana.
Il brano “Vietato Morire”, di cui è autore di testo e musica, è uno straordinario spaccato di vita privata che, grazie ad una intensa interpretazione supportata da una melodia dai ritmi incalzanti e dolci al tempo stesso, si trasforma in un messaggio collettivo di amore , di rispetto per la vita e di rivendicazione di dignità contro ogni genere di violenza. “
“Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai
E ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai
Figlio mio ricorda
L’uomo che tu diventerai
Non sarà mai più grande dell’amore che dai”
Non è peregrino pensare che il giovane albanese possa ambire ad uno dei premi delle giurie specializzate, azzardiamo ipotizzare il premio della critica.
Ermal Meta è nativo di Fier compirà 36 anni il prossimo 20 Aprile. Nel 1994, a 13 anni, si trasferisce a Bari insieme alla sua famiglia, e nel capoluogo pugliese ha modo di coltivare la sua verve artistica che lo porta a costituire, nel 2006, il gruppo Ameba 4 in cui suona la chitarra. Nel 2007 fonda “La fame di Camilla” diventando frontman del gruppo col quale nel 2010 approda per la prima volta a Sanremo.
Il 2012 a seguito dello scioglimento del gruppo inizia la carriera solista, alternando l’attività a collaborazioni e divenendo autore di testi di diversi artisti tra cui : Patti Pravo, Emma Marrone, Francesca Michielin, Chiara, Giusy Ferreri, Marco Mengoni, Francesco Renga.
In fine di articolo rileviamo che Giovedì nella 3^ serata del festival, in cui i big della canzone erano impegnati nell’interpretazione delle cosiddette “cover” di grandi successi del passato, Meta ha conseguito il primo premio dando vita ad una straordinaria interpretazione di “Amara terra Mia” portata al successo nel 1971 dal grandissimo Domenico Modugno.