Classe 1983, Fabio Salvatore Pascale ritorna nuovamente alla saggistica con una tematica molto impegnativa, nonché difficile da affrontare, ossia il femminicidio, attraverso la sua ultima opera dal titolo “Con i lividi sul cuore”. Un libro che vuole focalizzare l’attenzione su due aspetti molto importanti. Il primo aspetto è legato alla storia del femminicidio; una storia che trova radici anche nella Bibbia “Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare” – Giudici cap. 19 -21. Un racconto che pone al lettore alcuni interrogativi sulla considerazione della figura femminile. La violenza sulle donne non è storia di adesso né di ieri; ma esiste da sempre. Ricordiamo un episodio di femminicidio avvenuto nel 160 d.C. ad opera di un liberto che colpì a calci sul ventre una donna in gravidanza e ciò determinò la morte della donna. Purtroppo, questo crimine solo all’inizio del ‘900 ha iniziato ad avere un riscontro o quanto meno una riflessione su quello che stava avvenendo. Fino ai primi del Novecento, si era convinti che la donna fosse legittimamente destinata alla punizione domestica, seppur nel limite ”ragionevolmente necessario alla disciplina della correzione” .
La storia ha fornito alcuni esempi di coloro che hanno lottato per avere più diritti, ricordiamo “La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” pubblicata nel settembre 1791 ad opera di Olympe de Gouges, costituita da 17 articoli che ricalcavano quella originaria, ove la parola uomo fu sostituita dalla parola donna. Ricordiamo l’art. X “la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna, a condizione che le sue manifestazioni non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla legge”. Purtroppo, una tragica fine le è stata riservata – ad opera di Robespierre – con la sentenza “per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso”, il 3 novembre 1793 fu ghigliottinata.
Altro punto fondamentale è la correlazione tra violenza sugli animali e quella sulle donne, infatti si è dimostrato come alla persona identificata nel commettere violenza sugli animali sia stata successivamente spesso attribuita anche la violenza sui bambini e sulla partner. Infatti la crudeltà indirizzata sugli animali attraverso “torture e sevizie” può concretamente manifestarsi anche sulle persone, è la cosiddetta pedagogia nera. Il libro si conclude con il suggerimento di indirizzi e numeri da contattare in caso si sia vittima o testimone di violenza e con un incoraggiamento al cambiamento.