di Enzo Carrozzini
L’iniziativa è a cura del COMITATO TARANTO FUTURA che ha depositato all’Ufficio Centrale del Referendum presso la Corte di Cassazione, un quesito per chiedere l’annessione di Taranto e la sua terra alla Regione Basilicata.
La questione che sembra non avere i contorni di una boutade agostana per animare i dibattiti politici sotto l’ombrellone, pone, invece, un altro modo di accendere antenne e riflettori sui problemi che vive una provincia vasta e popolosa come quella tarantina.
L’avvocato Nicola Russo, uno dei coordinatori del comitato cittadino, ha depositato il quesito in Cassazione l’11 agosto scorso, e la decisione sull’ammissibilità del Referendum è prevista entro il mese di Settembre.
L’iniziativa mette in rilievo le molteplici aspettative di Taranto e la sua Provincia, che, a detta dei proponenti referendari, la Regione Puglia ha disatteso.
La mancata realizzazione di infrastrutture come il completamento dell’autostrada Bari Taranto, la mancata adozione di scalo passeggeri dell’aeroporto di Grottaglie (“ha la pista più lunga d’Europa!”), come la chiusura degli Ospedali di Taranto e Grottaglie, ha dichiarato l’avvocato Russo al Tg Regionale della Puglia, sono tra le cause più importanti che segnalano il disagio di un intera popolazione.
L’approdo alla Regione Basilicata con Taranto terza provincia lucana, nelle intenzioni dei referendari, segnerebbe l’avvio di una rinascita del polo industriale portuale Tarantino e valorizzerebbe il comparto agroalimentare del nuovo territorio, con importante riverbero implementato su di un corridoio culturale e turistico per esaltare le peculiarità di quella parte del territorio comprendente il litorale ionico, da Taranto alle coste calabresi, che conserva vestigia della “Magna Grecia”.
E’l’inizio di una sfida sulla quale, in caso di parere positivo della Cassazione, sarà la volontà dei cittadini delle regioni interessate a dire l’ultima parola.