Comunicato stampa del Sindaco
Una minoranza sempre più divisa e confusa ha voluto disertare, per la seconda volta nel breve volgere di una settimana, l’aula consiliare e mentre una parte si è riunita in un bar cittadino per una conferenza stampa un’altra parte ha voluto fare la comparsa tra i banchi del consiglio per poi scappare prima ancora della apertura dei lavori.
A parte lo sconcerto per l’atteggiamento di svilimento della figura del consigliere comunale che un simile comportamento reca con sé voglio, ancora una volta, ribadire che, a mio parere, il comportamento tenuto dalla minoranza consiliare resta ancora del tutto ingiustificato e ingiustificabile alla luce delle argomentazioni che, lungi dall’essere dibattute nelle sedi istituzionali, vengono riportate dagli organi di stampa. Argomentazioni, è bene sottolinearlo, che non sono mai state avallate da alcun concreto e chiaro riferimento normativo e/o regolamentare e tantomeno giurisprudenziale. Conseguentemente è del tutto evidente che le presunte illegittimità lamentate dalla minoranza con riferimento alla convocazione del consiglio comunale fatta dal Sindaco piuttosto che dal consigliere anziano, così come le critiche rivolte alla maggioranza riguardo alla elezione del Presidente del Consiglio Comunale, debbano restare relegate alla sfera delle interpretazioni personali, della legge e del regolamento comunale, fatte di volta in volta dai consiglieri di minoranza.
Ma andiamo per ordine:
La convocazione del Consiglio Comunale, fino al momento della nomina del Presidente del Consiglio, viene fatta dal Sindaco e al consigliere anziano viene affidato, “solo”, il compito di presiedere l’adunanza. Il Sindaco aderendo alla lettera della legge e del Regolamento comunale ha convocato il primo consiglio ed i successivi perché ancora non era stato eletto il Presidente del Consiglio, ovviamente, dopo aver richiesto ed ottenuto il parere autorevole del Segretario Generale del Comune.
L’operato della maggioranza è legittimo riguardo alla elezione del Presidente del Consiglio sotto il profilo sussistenza del quorum. In questo caso esistono due orientamenti che hanno pari dignità, nel senso che sono ugualmente sostenuti sia in dottrina che in giurisprudenza. Uno che vorrebbe che per la elezione del Presidente del Consiglio siano sufficienti 11 voti ed un altro che, invece, vorrebbe che ne servano 12. La differenza tra le due tesi è legata alla diversa interpretazione della locuzione “consiglieri assegnati”, per la prima tra i consiglieri assegnati non deve essere incluso il Sindaco mentre per la seconda si. Tuttavia, la tesi che esclude il Sindaco dal computo dei consiglieri assegnati trova una addentellato nell’art. 14, comma 3 dello statuto per cui nel nostro caso per la elezione del Presidente del Consiglio sono sufficienti 11 voti. Ovviamente ancora una volta, prima di aderire a questa soluzione, il Sindaco e la maggioranza consigliare hanno chiesto ed ottenuto il parere del Segretario Generale del Comune.
Queste le questioni di carattere prettamente giuridico.
Una maggiore e sicuramente più approfondita riflessione va fatta, invece, riguardo agli aspetti più squisitamente politici di tutta questa vicenda. E’ di tutta evidenza che la volontà della minoranza consiliare è stata quella di volere artatamente rimandare sine die la nomina del Presidente del Consiglio, facendo mancare, volta per volta, il numero legale. E’ quindi evidente che non era più possibile tollerare oltre tale atteggiamento capzioso volto a bloccare il funzionamento di un organo indefettibile quale è la Presidenza del Consiglio. Per questa ragione, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, abbiamo deciso di procedere, comunque, con la elezione del Presidente anche in assenza di tutta la minoranza.
Una minoranza democratica, responsabile e animata da spirito di servizio nei confronti dei cittadini non avrebbe mai dovuto disertare i lavori del consiglio e soprattutto avrebbe dovuto mostrare maggiore rispetto per le istituzioni. Si può anche non essere d’accordo con le decisioni assunte dal Sindaco ed esistono gli strumenti per poter, eventualmente, chiedere una valutazione di legittimità degli atti posti in essere dalla maggioranza consiliare. Certo la scelta di sottrarsi al dibattito nell’unica sede istituzionale che resta sempre, è bene sottolinearlo, il Consiglio Comunale, denota chiaramente la volontà di creare confusione al solo scopo di mantenere alto il livello di scontro tra le parti con l’unico risultato di ritardare, o comunque rendere meno agevole, il compito di chi è chiamato a governare e a dare risposte ai tanti problemi della città.
Resto serenamente in attesa di conoscere, eventualmente, l’esito del vaglio di legittimità dell’operato di questa maggioranza, laddove dovesse concretizzarsi la intenzione espressa dalla minoranza di ricorrere ai competenti organi a ciò preposti, ma al contempo voglio ribadire che l’atteggiamento ostruzionistico e premeditatamente organizzato contro qualunque apertura di dialogo della opposizione non modificherà l’impegno mio e della maggioranza che mi sostiene di continuare, con ancora maggiore determinazione, a profondere ogni energia fisica e intellettuale per il perseguimento del bene dei cittadini di questa comunità.