La comunità sangiorgese si riappropria finalmente di una grande opera d’arte. Sabato 25 giugno, all’interno dei preparativi per la festa del SS. Crocifisso, si è svolta nella Parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Jonico la presentazione del restauro della tela dedicata alla Madonna del Rosario.
Un dipinto olio su tela di pregiata fattura che, dopo anni di oblio, torna a risplendere dando ulteriore lustro alla storia artistica del paese. L’idea del restauro nasce da una intuizione artistica del parroco don Giancarlo Ruggeri ma che si è potuto realizzare solo grazie all’atto di devozione della Signora Rosaria Cervellera ved. Bramo.
L’intervento su questa magnifica tela non è certo stato semplice, iniziato nel 2012 si è concluso solo nel marzo di quest’anno. Ad effettuare il difficile restauro è stata la Dottoressa Maria Di Capua della Soprintendenza delle Belle Arti delle provincie di Taranto, Lecce e Brindisi che ieri ha presentato l’opera e tutti gli interventi effettuati per riportare la tela all’originario splendore. Uno degli aspetti più importanti che la Dottoressa Di Capua ha raccontato del lungo lavoro di questi quattro anni, oltre alle varie tecniche, è stato il riscoprire particolari importanti che nel recente passato erano stati ricoperti da colpi di pennello “inesperti” effettuati, con assoluta buona volontà, per cercare di salvare il salvabile.
Altra testimonianza di assoluta eccellenza è stata data dalla Professoressa Vincenza Musardo Talò la quale ha fatto un breve excursus sulla storia della Chiesa dell’Immacolata, sui suoi collegamenti con il Beato Bartolo Longo, fondatore e benefattore del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, ma soprattutto ha reso brillantemente partecipi tutti i presenti, degli studi effettuati sulla tela restaurata. Importanti gli elementi venuti a galla quali la possibile data di esecuzione che potrebbe essere ricondotta tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700. La Professoressa Musardo Talò riportava inoltre che, nonostante i primi indizi portassero a pensare che fosse di scuola napoletana, le prove e le testimonianze hanno dato la quasi certezza che sia di scuola romana e che, appartenente alla nobile famiglia d’Ayala Valva, sia stata donata alla Parrocchia nell’anno della sua costruzione. Unico neo in tutta questa ricostruzione è la mancanza della firma sulla tela che non permette di conoscere l’autore.
Di certo questo non toglie valore al dipinto e soprattutto non ha reso meno importante l’evento culturale di cui la cittadinanza sangiorgese ha potuto beneficiare. A tutti l’invito a godere della visione di questa tela ed a soffermarsi sulle importanti occasioni di conoscere le bellezze del nostro territorio. di Daniele Panarelli
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