Di Enzo Carrozzini
Premiata Ditta F.lli Colombai, fotografi, corso Garibaldi 375 Napoli. 1930.
La ragazza aveva 14 anni, occhi e sorriso aperto alla speranza di un esistenza più serena, nonostante un infanzia terminata anzitempo(all’eta di 10 anni) per vicissitudini familiari che le impongono di far da mammina ai due fratellini minori, mentre la mamma rimasta vedova, va a lavorare come domestica a ore per sostenerli. Una storia comune di lotta per la sopravvivenza, come centinaia di migliaia, giusta a non fare notizia ma unica e dignitosa come sa essere dignitosa la miseria.
In alcune persone prevale una sorta di pudore ad esporre i propri sentimenti più reconditi. Il social network, però, ha mitigato questa propensione,e fu così che il nostro protagonista si convinse del fatto che egli personalmente non lo adoperasse per procurarsi overdose di autostima o per dare sfogo al delirio del più deleterio egocentrismo. Il fatto di contribuire a rendere nota una storia che riguardasse l’essenza più profonda del proprio essere, rispondeva ad un esigenza divenuta irrefrenabile: perpetuare volti storie e nomi oltre la parentesi temporale della consistenza fisica, affidando a flussi di elettroni e ad un server conservato chissà dove, la testimonianza del passaggio di quelle esistenze. Era il desiderio di eterno che si nasconde in ogni persona, e quando meno te lo aspetti fa ciao ciao con la manina e non riesci, non puoi o non vuoi frenarlo….
Così il turbine di pensieri del nostro nel “caricare” l’immagine della giovinetta, mentre rifletteva sul fatto che se mai disponesse nel proprio essere anche una sola goccia di umanità e compassione, era grazie a quel metro e sessanta centimetri di concentrato d’amore e generosità. Il lascito più prezioso. “Ciao Pupatella, buon compleanno!”, le disse mentre la foto affiorava dal fondo blu del social network… ANITA B. 2 MAGGIO 1916/ 2 MAGGIO 2016