Comunicato Stampa
Tatiana Margherita, coordinatrice provinciale delle Leonesse di Taranto di CoR, spiega le ragioni del SÌ al referendum di domenica 17 aprile
Noi Leonesse di Taranto, il movimento femminile di Conservatori e Riformisti (CoR) del quale sono coordinatrice provinciale, abbiamo sposato subito la netta posizione di CoR a favore del referendum di domenica 17 aprile, invitando gli elettori ad andare a votare e a scrivere SÌ sulla scheda, una posizione determinata principalmente da due motivazioni.
In primis dobbiamo trasmettere e lasciare in eredità ai nostri figli un mondo migliore di quello in cui viviamo, recuperando un rapporto con l’ecosistema basato sul rispetto e non sullo sconsiderato sfruttamento delle risorse naturali.
È quello che Papa Francesco ha indicato a tutti, credenti e non, con l’enciclica “Laudato si’”, un documento di straordinario spessore etico e morale, nonché di grande respiro ecumenico, che ci mostra la strada per proteggere il creato per difendere l’uomo. Il Santo Padre è riuscito a fotografare l’attuale degrado di terra, acqua e cielo, analizzandone le cause, a cominciare dallo strapotere della finanza e dalla debolezza della politica.
Questo è il secondo motivo per il quale le Leonesse di Taranto di CoR voteranno SÌ al referendum di domenica prossima: la politica deve, a tutti i livelli, recuperare il proprio ruolo centrale di indirizzo e di governo della comunità interpretandone e rispettandone la volontà.
Qual è la politica energetica del nostro Paese? Al di là degli slogan demagogici e dei “cinguettii” in Twitter, quale futuro immagina Matteo Renzi per un settore così strategico per il futuro della nostra nazione?
Il referendum di domenica prossima è un importante occasione per lanciare un forte segnale al Governo Renzi: i cittadini italiani non condividono la sua politica energetica.
Se raggiungeremo il quorum e vincerà il SÌ, infatti, abrogheremo la scellerata norma, inserita dal Governo nella Legge di Stabilità 2016, che consente alla compagnie petrolifere di estrarre petrolio e gas nei nostri mari, entro le 12 miglia, senza alcun limite temporale, ripristinando così la normativa precedente che invece imponeva precise scadenze temporali alle concessioni.
In tal caso non rinunceremo a nessuna risorsa strategica: le “trivelle” ubicate nelle acque territoriali, infatti, contribuiscono al 3% dei nostri consumi di gas e a meno dell’1% di quello di petrolio, per non parlare delle limitate ricadute occupazionali di queste attività estrattive!
Votiamo SÌ e voltiamo pagina tutti insieme, contribuendo a costruire una nuova politica energetica per il nostro Paese che sappia guardare con fiducia al futuro.