Di Elena Manigrasso
Con il rito delle Tavole di San Giuseppe del 19 marzo 2016, il paese di Fragagnano è diventato operoso e solidale: tutte le agenzie educative si sono strette insieme per creare un momento di emozione e spiritualità collettiva. Le mamme hanno cucinato la “massa” e tanti altri piatti prelibati, i ragazzi della scuola media insieme ai loro insegnanti e dirigente, hanno preparato canti e cunti della civiltà contadina, la Proloco è stata deus ex machina per fondere ogni aspetto del rito e rendere tutto omogeneo. Non è difficile per chi conosce il presidente e collaboratori della Proloco, persone particolarmente carismatiche, capaci di smussare angoli e risolvere problemi. E soprattutto capaci di far camminare insieme la Piazza, la Chiesa, la Scuola, il Comune verso un unico obiettivo. Quello di educare al recupero delle tradizioni che è poi il recupero dell’uomo. Nella cripta del palazzo marchesale abbiamo assistito alla presentazione della “Tavola” in presenza del Santo falegname, della Vergine Maria, del bambinello, di Zaccaria, Elisabetta, Gioacchino e Anna. Ai Santi sono stati offerti a intervalli lenti le pietanze derivanti dal mondo antico, quello che vedeva la povera gente ridotta alla fame, e che solo la solidarietà del villaggio portava a far sopravvivere; si era talmente poveri da mettere in scena come personaggio principale nel giorno di san Giuseppe, il pranzo, anche se fatto di fave, verdura, acciughe, pettole, e lo si metteva a disposizione dei Santi. E tutta la comunità era lì a guardare come mangiavano i giusti, quanto bene di Dio venisse loro offerto; poi il miracolo alla fine della rappresentazione: il cibo veniva distribuito a tutti. Un miracolo che calmava la fame almeno in quei giorni. Ci sembra un miracolo anche oggi, pensare che tante donne cucinino per devozione e accontentino un paese che è diventato molto più grande rispetto ai villaggi contadini. Eppure succede ancora, e ci commuoviamo ancora, questo sta a significare che l’essenza dell’uomo non è l’opulenza ma è mettere in comune ciò che si ha. Il pane acquistava in quel luogo di pietra, in quella tavola imbandita con tovaglie finemente ricamate, un significato grande, intriso di fraternità e uguaglianza. Valori che si spera crescano come il lievito che è nel pane. E che i ragazzi della II A della scuola media De Amicis che hanno allietato la giornata del 19 marzo, mettano nel loro cuore. E di questo ne siamo certi. La suggestione delle Tavole è protagonista, oltre che a Fragagnano, in numerosi comuni di Taranto e del Salento, da Lizzano a Monteparano e San Marzano, da Minervino a Uggiano, da Cocumola a Palmariggi, da Giurdignano a Trepuzzi, fino a Erchie. Intanto Taranto e Gallipoli si preparano a vivere i Misteri della Settimana Santa, mentre a Francavilla Fontana sono i Pappamusci protagonisti della Passione. Le meste e suggestive processioni del Venerdì Santo, con le confraternite con tunica, cappuccio e mozzetta toccano veramente le corde della nostra anima. Abbiamo iniziato con le tavole di San Giuseppe e con Fragagnano che ha offerto a tutta la cittadinanza emozioni e pietanze come la “massa” li “pampasciuni”, i carciofi di Brindisi cucinati con ricette locali, il baccalà fritto e al sugo. Cibo povero riverito e onorato come piatto regale. Continuiamo così: a camminare insieme.