Di Redazione
E’ passato anche da San Giorgio Jonico nella sede dell’Associazione artistico-culturale “L. Agnini” il “viaggio” di Vincenzo De Marco, il poeta operaio che con il suo libro “Il mostro, di rabbia e di amore” sta aggregando attorno a se l’interesse del territorio che si interroga sulla storia dello stabilimento siderurgico, i vantaggi avuti nel passato ma anche le sofferenze e le amare conseguenze patite in questi lunghi anni. La speranza di De Marco diventerà preghiera nella cornice di una nota trasmissione televisiva nei prossimi giorni. Il Poeta operaio introdotto dal Presidente dell’Associazione, Mino Occhinegro, con il giornalista Dino Miccoli a coordinare gli interventi, ha ricevuto una calorosa accoglienza nel corso di una serata allietata dalle sue stesse poesie declamate dalla splendida voce di Ada Vestita e protrattasi con il racconto del “viaggio” di De Marco arrivato nei giorni scorsi a Bruxelles e che nei prossimi farà sosta a Roma, ospite per raccontare il “caso Taranto”. Per viaggio si intende questa naturale richiesta del territorio di incontrare il poeta in tuta blu che, testimone della vita all’interno del “Mostro”, ha avuto il “coraggio di non avere paura” e scegliendo forse la declinazione scrittoria più difficile per raccontare l’ambivalenza di “rabbia e amore”. Sono intervenuti il sindaco Giorgio Grimaldi, presente in tutti gli incontri di interesse sociale, e l’artista Irene Pia Morelli , la cui tela raffigurante la fabbrica e la campagna , ha avuto la sorpresa di trovare all’interno della stessa associazione una tela raffigurante la stessa Ilva in una colorata campagna dell’ex operaio con la passione della pittura, artista per vocazione autodidatta, Mino Greco. Questo dice in sostanza che il talento e la sensibilità hanno abitato tra le fila degli operai nello stesso stabilimento e ancora oggi chissà quanti uomini di altra sensibilità si trovano a strozzarne nell’anima la ricchezza. Un contrasto con le condizioni e i dati che in questi anni hanno riempito le cronache dei giornali. La serata è stata conclusa dal dott. Franco Nitti che con una brillante quanto succinta recensione finale ha sintetizzato meglio il valore e i valori che la raccolta di poesie di Vincenzo De Marco porta con sé nel “viaggio di rabbia e di amore” che ha come protagonista il mostro d’acciaio ma tutta la città alle prese col dualismo o con la convivenza “lavoro e ambiente” . Il poeta-operaio non si è fermato nella sua “amata terra” ha varcato la frontiera. Il libro non può dirsi più una novità, il tempo scorre, seguono altre edizioni ma resta il suo contenuto che aggrega. Una troupe tedesca di qua, una domanda di la, ma ecco il volo per Bruxelles con il cuore che batte per Taranto. Un discorso , anche questo, a senso unico? No, Vincenzo De Marco sta trovando attorno a se consensi diventando la “protesta poetica” di tutta la mobilitazione che sta coinvolgendo il capoluogo jonico e dintorni. Tanto da arrivare a Bruxelles. “Ci sono gli arresi, gli sconfitti, e poi gli altri, quelli buoni. A Bruxelles nel cuore d’Europa Taranto è stata la protagonista, la voglia di riscatto e l’amore per la nostra terra ha prevalso su tutto, il libro era il pretesto per parlare del nostro futuro, della lotta al veleno, al cancro, al mostro, a chi è nato sconfitto. Il nostro territorio merita molto di più, e l’obiettivo è molto più vicino se si continua ad essere uniti. Mi sono profondamente commosso nel vedere a 1900 chilometri da casa tanto amore per la nostra terra, politici, attivisti, cittadini… Tutti uniti per lo stesso obiettivo, cioè la rinascita di questa città”. Ieri San Giorgio Jonico, domani Roma e presto lo vedremo in tv per il “caso Taranto” e una preghiera da ascoltare e fare ascoltare: per Taranto e la sua gente, piccoli e grandi.