Di Gianni Perilli
Un incontro davvero interessante quello che si è tenuto nella serata di venerdì 26 febbraio 2016 presso la sede della Associazione Industriali di Molfetta.
Di fronte il senatore (e ex Sindaco) Antonio Azzollini e il Sindaco attualmente in carica Paola Natalicchio, dal prossimo 1 marzo alla guida del Consorzio ASI, in un confronto all’americana senza interventi dal pubblico (composto esclusivamente da giornalisti e imprenditori) che ha permesso di sviscerare molti dei temi che in questo momento interessano le aziende che hanno i loro insediamenti nell’ASI. Si tratta di un complesso produttivo di tutto rispetto: circa 150 imprese, che danno lavoro stabile a non meno di 5000 persone e sviluppano un fatturato di mezzo milione di euro annui.
Il confronto ha messo in luce un maniera piuttosto evidente le differenze di approccio alla gestione della cosa pubblica: il senatore Azzollini sempre molto documentato e preciso nelle date con gli immancabili faldoni di documenti sulle ginocchia che ad ogni domanda si premurava di cambiare alzandosi dalla sedia, che carte alla mano declamava numeri e cifre cercando di dimostrare in questo modo le tante possibilità che aveva Molfetta di dotarsi di un porto degno di questo nome, di un piano di “mitigazione idraulica” del territorio efficiente, di servizi al servizio delle aziende dell’ASI; dall’altra parte il Sindaco Natalicchio molto più essenziale, con una piccola cartellina contenente pochi fogli tirati fuori al momento opportuno, ma soprattutto molto attenta a sottolineare la necessità di un governo della cosa pubblica che sia coerente rispetto alle richieste e alla partecipazione di chi vive il territorio e che tenga presente i limiti che vengono imposti dagli organismi giudiziari quando questi incrociano l’attività amministrativa.
La prima domanda ha riguardato i servizi erogati in area ASI alle aziende, e non è secondario ricordare (come ha fatto Paola Natalicchio) che i bilanci del Consorzio non hanno mai brillato di luce propria se è vero che nel 2012 chiudevano con un passivo di 2 milioni di euro e oggi vengono definiti “sul filo”.
Malgrado questo c’è l’impegno del Comune di guardare avanti, con pragmaticità e tenendo conto delle esigenze strategiche. Con queste prospettive la “governance” dell’ASI verrà aperta a rappresentanti del territorio affinchè questa non rappresenti “un’oasi” ma si integri il più possibile col tessuto economico-sociale molfettese. Nello stesso tempo, c’è l’impegno del Sindaco a chiudere la convenzione con il Consorzio ASI e a far fronte alle richieste avanzate (circa 600 milioni di euro), precisando però che il Comune ha interessato un legale e che tali richieste saranno oggetto di attenta valutazione rispetto alla congruità, e solo dopo saranno “per la prima volta” inserite nel bilancio comunale.
Per quanto riguarda i servizi, dal punto di vista infrastrutturale sempre il Sindaco ha tenuto a precisare gli interventi in area PIP (di competenza comunale) che hanno permesso il completamento della rete del gas metano e della rete di raccolta delle acque pluvie, con miglioramenti persino rispetto al progetto partito nel 2002 che hanno permesso la chiusura del ciclo con lo smaltimento delle stesse nelle falda. Ci sono stati poi interventi sulla sicurezza della viabilità, con i rifacimenti dell’intera viabilità che hanno interessato la zona di Via Olivetti, ed è in cantiere il “project financing” che entro il 2016 completerà la pubblica illuminazione dell’area. In prospettiva, poi, è stata sottolineata l’importanza di internet e si sta pensando a una rete wifi al servizio delle aziende. C’è poi il capitolo della sicurezza e anche qui il Sindaco, pur con tutti i limiti imposti dalla esiguità delle unità impegnate (solo 48 per l’intera area), ha sottolineato che si farà carico di sollecitare gli organi istituzionali. Da parte sua, il senatore Azzollini ha voluto sottolineare il problema della riduzione dell’erogazione idrica da parte dell’AQP, invitando il Sindaco a “farsi partigiana” rispetto agli interventi necessari presso il soggetto erogatore del servizio. Un invito raccolto dalla Natalicchio che, pur sottolineando le necessità di bilancio con le inevitabili valutazioni fra entrate e uscite, si farà carico con il prossimo CDA di attente valutazioni rispetto alle tariffe dei servizi di acqua e luce.
C’è poi la “questione PAI” con il quale viene tutelato l’assetto idrogeologico dell’area, e qui si mettono subito in evidenza gli aspetti di discontinuità fra vecchia e nuova amministrazione. A Molfetta, infatti, gli imprenditori hanno investito in aree che successivamente l’Autorità di Bacino ha perimetrato come aree non edificabili. La vecchia amministrazione, guidata da Azzollini, ha fatto ricorso rispetto alla decisione dell’Autorità di Bacino ottenendo una sentenza favorevole rispetto ad un vizio procedurale. Tale vizio procedurale è stato successivamente sanato, ma il giudizio di merito della C.T.U. è rimasto valido anche perché con il cambio di amministrazione (e qui il senatore ha una leggera caduta di stile, tirando in causa un presunto conflitto di interessi dell’Assessore Gadaleta all’epoca avvocato di parte di Legambiente durante il ricorso, presente fra il pubblico ma impossibilitato ad intervenire dalle regole precedentemente concordate), si è deciso di non andare più allo scontro con l’Autorità di Bacino. E a tal proposito il Sindaco Natalicchio ha fatto l’esempio di Miragica, anch’essa in area “attenzionata” dall’Autorità di Bacino, che rispettando le opportune prescrizioni e dotandosi di adeguati piani di gestione del rischio procederà all’ampliamento. Una procedura, quindi, conclusa positivamente per tutti, che il Sindaco si è detto disposto a ripetere con chiunque avanzi richieste analoghe.
Sempre relativamente ai limiti imposti dall’assetto idrogeologico del territorio, si è poi passati a parlare del “canalone” con risorse di circa 16 mln di euro di cui e circa 8 milioni del CIPE che dopo due proroghe sarebbero stati persi. Ed è a questo punto che il Sindaco Natalicchio tira fuori le sue carte: il “canalone” che si voleva realizzare, largo quanto un’autostrada, si doveva realizzare in una zona di “futura espansione” dove ad oggi non sarebbe arrivata una sola richiesta di insediamento urbanistico e/o industriale, e quindi non avrebbe avuto alcuna ricaduta positiva rispetto agli insediamenti esistenti. Inoltre, da alcuni saggi già effettuati, si è accertato che quell’area è particolarmente ostica, essendo composto il terreno di roccia compatta, e di conseguenza i lavori avrebbero avuto bisogno di ulteriori finanziamenti per il loro completamento rispetto al progetto.
Ecco che l’ASI aveva pronto un secondo progetto definito “dei due canali”, mostrato alla platea dal Sindaco. Questo progetto risultava meno impattante in quanto utilizza due delle lame che già attraversano il territorio, e anche per questo meno costoso per cui i 16 mln di euro risultavano sufficienti per il suo completamento. E d è qui che si aprono spazi di collaborazione fra amministrazione comunale e istituzioni nazionali: adoperarsi per ottenere nuovamente quel finanziamento potrebbe dare il via alla realizzazione di un progetto atteso da anni da tutti i cittadini.
Con la terza domanda si tocca la questione del porto. Qui il Sindaco Natalicchio, ribadendo la volontà di non sovrapporre la politica alla magistratura, sottolinea subito che non è sua intenzione parlare delle vicende giudiziarie, una sottolineatura che è stata apprezzata da tutti. Anche sul porto, però, si nota subito il diverso approccio fra i due amministratori: Azzollini impiega 2 minuti e mezzo dei suoi 15 disponibili sottolineando la presunta omissione di chi doveva vigilare rispetto all’area sottoposta a sequestro tirando in ballo la scritta a caratteri cubitali “NO GRANDI OPERE” sul pontone che collega l’incompiuta cassa di colmata, il resto del suo intervento è di fatto un invito al Sindaco a procedere speditamente al completamento dell’opera dopo il dissequestro. Il Sindaco, ribadendo di non voler toccare aspetti “sub judice” di legalità sulla vicenda (che “ce ne sarebbero ben altri di una scritta”) fa una breve storia della vicenda, poi fa presente che il dissequestro ha delle precise prescrizioni che di fatto impediscono la prosecuzione dei lavori secondo il progetto iniziale. Al momento l’urgenza è rappresentata dai “cassoni galleggianti” che devono essere messi in sicurezza, dopodichè le stesse prescrizioni prevedono una riprogettazione dal quale il Sindaco non può sfilarsi. Ed ecco che si sta procedendo quanto prima alla messa in sicurezza del porto, cosa che permetterebbe già un parziale spostamento delle attività oggi sacrificate in aree ridotte. Per quanto riguarda la riprogettazione, è intenzione dell’amministrazione non limitarsi alla stretta realizzazione dell’opera dal punto di vista finanziario come fatto sinora, ma bisogna che opere come queste diano risposte alle reali necessità del territorio. Ed è per questo che si sta procedendo ad una attività di ascolto (viene citato l’incontro di sabato 27 presso la Fabbrica di San Domenico) di tutti coloro che operano in area portuale e di chi abbia intenzione di utilizzare il porto per le proprie attività imprenditoriali.