“Basta politichese: la politica non può sapere tutto di ogni tema e ha il dovere di ascoltare gli operatori del settore, le associazioni di categoria e gli imprenditori, proprio come nel caso delle 35mila tonnellate di olio tunisino che – con il voto favorevole del Partito Democratico – potremmo importare per due anni a dazio zero. Non bastano regole per le quali venga indicata la provenienza non comunitaria del prodotto. Abbiamo, ad esempio, acquistato in un supermercato locale dell’olio imbottigliato in Italia con provenienza UE ed extra UE ma il luogo in cui le olive erano state coltivate e raccolte era totalmente assente in etichetta. Di queste tutele la politica deve farsi carico, perchè mettano al riparo le nostre eccellenze dal rischio di frodi, contraffazioni, falso Made in Italy e concorrenza sleale. Per l’approvazione definitiva del provvedimento che autorizza le importazioni, tuttavia, occorre ancora il voto della sessione plenaria dell’assemblea di Strasburgo. Dunque, oltre ad esporre chiaramente le nostre idee e proposte all’onorevole Comi, andiamo fisicamente a Strasburgo il giorno della seduta plenaria dell’europarlamento e portiamo le ragioni del Salento, della Puglia e di tutti i produttori italiani. Vedrete che convinceremo anche il Pd”.
Lo ha dichiarato la vice coordinatrice regionale di Forza Italia Puglia, Federica De Benedetto, intervenendo alla manifestazione “Italia-Tunisia, non fila liscio come l’olio”, alla presenza dell’europarlamentare PPE Lara Comi, del segretario regionale FI Luigi Vitali?, ?diPaolo Pagliaro, componente dell’ufficio di presidenza del partito, di Roberto Nitto, vice coordinatore provinciale di Forza Italia, ed Olindo Vergallo, responsabile politiche agricole del partito per la città di Lecce.
Sulla trasparenza, anche l’on. Lara Comi: “Dobbiamo partire dal conoscere e rispettare le regole. Nel 2009 abbiamo portato a casa un regolamento che prevede un’etichettatura trasparente. Ognuno scelga, quindi, l’olio che ritiene più opportuno ma lo faccia leggendo e capendo bene quello che sta acquistando”, conferma l’europarlamentare, convinta che “sia meglio spendere un euro in più per un olio italiano e non due euro in meno per un olio di dubbia provenienza che non rispetta con certezza determinati standard qualitativi europei”.
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