Di Eleonora Arnesano
Il turbinio dell’atmosfera natalizia ci ha sorpreso affaccendati nel correre ad acquistare “pensierini” con occhio sempre attento, perché ormai i conti con la crisi continuiamo ancora a farli, nonostante le assicurazioni degli esperti di economia secondo cui il sistema Paese, dopo aver toccato il fondo, si starebbe lentamente risollevando al pari di un enorme pachiderma. Ultime mail e sms, complici nuovi social e applicazioni Smart phone, rivolte ad amici e conoscenti per i rituali convenevoli augurali, il tormentone per sentirci più buoni di quanto non riteniamo essere. Tutto bene allora? Insomma…
Aylan e Valeria, due immagini e due nomi tormentano le nostre menti …
Viviamo in un Paese oberato da pesante crisi economico finanziaria, come detto, inevitabilmente precipitato in un cupio dissolvi valoriale, laddove tutti sono contro tutti, ricchi contro poveri e poveri contro miseri, che favorisce il propagarsi di una patologia difficile da combattere ed estirpare, perché insita nell’animo umano a tutte le latitudini : la paura del diverso, dell’estraneo sotto qualsiasi veste si presenti,
L’ humus emotiv-culturale sul quale si innesta e ingrassa “la globalizzazione dell’indifferenza” contro cui Papa Francesco, forse unica guida morale di questo scorcio di secolo, leva potente opposizione con la dolcezza della sua voce.
Aylan e Valeria….
Muovere guerra all’egoismo, all’affarismo, “contrapporre amore a odio”, stamani il messaggio di Papa Bergoglio.
Riflettiamo sul fatto che, se migliaia di persone fuggono dalla propria terra è per fame e per ricercare sopravvivenza, prendendo le distanze dalle affermazioni pilatesche del tipo: “stessero a casa loro” , o il rifugiarsi dietro un “per i nostri poveri non si fa nulla…”, quando chi le pronunci è il primo a smarcarsi da ogni gesto di solidarietà con la scusa: “no, non dò nulla, perché poi se li rubano”, in parte è vero poi se pensiamo alle malversazioni di chi per Istituto dovrebbe propendere al bene… ma intanto una scelta per il bene si rende necessaria….
Aylan e Valeria
Nomi, persone e vicende ben note di quest’ultimo anno, passati come copie di vecchi giornali, destinatari di commozione e oggetti di ornamento nelle pagine personali dei social network, capaci di muovere coscienze di milioni di cittadini e loro governanti, in questi giorni già rimossi dalle coscienze collettive, per far spazio alla melassa dei buoni sentimenti natalizi. Li ricordiamo brevemente, Aylan è il piccolo profugo siriano annegato nel tentativo di cercare un ipotesi di futuro aldilà del mare in terre più sicure, riportato dalle onde del Mar Mediterraneo su una spiaggia turca; Valeria una bella persona, con un presente pieno e consapevole delle sofferenze dell’umanità, spazzata via dalla furia omicida di un commando terrorista che si muove nella follia di arrogarsi il diritto di definirsi Stato Islamico. Due vittime di questo trancio di storia dell’umanità, rappresentative delle tante migliaia mietute nel corso dei secoli, dagli intrecci, gli interessi e giochi geopolitici delle grandi e medie potenze mondiali perpetuati a favore di gruppi di potere, sulle spalle di popolazioni inermi, e spesso inconsapevolmente schierate a favore o meno di nazioni ” l’un contro l’altra armate”.
Aylan e Valeria…
Più consapevolezza del mondo che gira intorno, alle logiche di odio, potere e supremazia economica bisogna opporsi per favorire la “Globalizzazione della Compassione“, forse l’umanità ne uscirà viva…. È la testimonianza che ci invitano a svolgere le vite violentemente spezzate di Aylan e Valeria.
Serene Festività…..