Roma si è tinta di rosa per un giorno in occasione della premiazione dei vincitori del 4° Concorso Enologico Nazionale dei Vini Rosati d’Italia che si è tenuto all’Hotel Rome Cavalieri in collaborazione con la Fondazione Italiana Sommelier. Il concorso, promosso dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, con l’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e realizzato in partenariato con Assoenologi, Accademia italiana della vite e del vino e Unioncamere Puglia, ha visto la partecipazione di 176 cantine, per 235 campioni, provenienti da 16 regioni d’Italia.
A fare la parte del leone nel medagliere sono stati Veneto e Puglia, con cinque premi ciascuno, seguiti dall’Emilia Romagna. Delle sei medaglie d’oro, due sono andate in Veneto e una a testa Abruzzo, Sicilia, Emilia Romagna e Puglia che ha prevalso nella categoria Vini rosati frizzanti IGT – IGP con il “Mare Mosso” 2014 della cantina Torrevento di Corato (BA). I due argenti pugliesi sono stati ottenuti dal “Five Roses anniversario” 2011’ dell’antica azienda agricola vitivinicola Conti Leone De Castris di Salice Salentino (LE) e dal ‘Salento IGP Negroamaro Rosato 2014’ della Cantina Vecchia Torre di Leverano (LE). Un bronzo ciascuno, infine, al ‘Daunia IGP Rosato “Il Melograno” 2014 dell’azienda agricola Grasso Sergio Lucio cantina La Marchesa di Lucera (FG) e al ‘Puglia IGP Rosato vino frizzante “Amale” 2014’ della cantina Cirimannu di Spongano (LE).
“Congratulandomi con i vincitori di questa quarta edizione – sottolinea l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia – confermo il valore strategico che hanno le azioni di promozione e valorizzazione per il settore agroalimentare. Il rosato si conferma prodotto di qualità, da Nord a Sud del nostro Paese. Con la Puglia e il Veneto, già pluripremiate nelle scorse edizioni, sono state riconosciute, per la prima volta, regioni come Calabria e Sicilia. Un risultato che rafforza la qualità del rosato italiano, sempre più competitivo anche sul panorama internazionale. Il rosato è rappresentativo delle nostre regioni d’Italia: in un calice di rosè ci sono l’esperienza dei nostri produttori, le tecniche di vinificazione sempre più all’avanguardia e le varietà altissime di uva che raccontano ogni singolo territorio. Se il consumo e la produzione italiana sono in aumento è segno che la qualità sta aumentando e che si sta investendo bene e nel lungo periodo anche fuori i confini nazionali”.
Nel corso dell’evento i partecipanti hanno avuto la possibilità di scoprire oltre 250 vini in degustazione, costruendo un percorso che, da Nord a Sud, ha coinvolto tutta la penisola.
Ad accompagnare il meglio della produzione dei rosati italiani c’erano anche tantissimi prodotti tipici pugliesi e non, come focacce, pasticcio della tradizione di Natale, caciocavalli, manteche, Canestrato, lampascioni e pomodori secchi sott’olio, zuppe di legumi, capocollo di Martina Franca, salsiccia dei Monti Dauni, paste reali alle mandorle di Toritto e Cartellate al vincotto e miele.
Il IV Concorso Nazionale dei Vini Rosati d’Italia è un’attività del progetto “Apulia Felix in masseria – Il Tratturo dell’olio e del Rosato”, una delle due proposte con cui la Regione Puglia partecipa all’iniziativa “Expo e Territori”, l’intervento dedicato alla scoperta delle eccellenze agroalimentari italiane, coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di Coesione.
L’Italia è il quinto Paese al mondo per consumo di rosati, tipologia comunque dalla domanda in espansione. Secondo uno studio francese, la domanda dei rosati subisce una forte stagionalità: tra primavera ed estate si consuma quasi il 70% della produzione. Oggi, nel mondo, i vini rosati rappresentano più del 9% dello stock enoico di cui il principale produttore rimane la Francia, seguita da Italia, Stati Uniti, Spagna e Germania. La Francia è anche il principale Paese consumatore (34% della produzione mondiale), seguita da Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Italia, solo quinta (5%), nonostante ne sia il secondo produttore. L’Italia quindi, sul versante rosato, è soprattutto un Paese esportatore, in 10 anni infatti, ha incrementato la sua quota export dal 26% al 40%.
Lucia Giannoccaro
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