enerdì 18 dicembre, dalle ore 17 nel centro storico di Taranto
Il verbo umanato
percorso teatralizzato a cura del laboratorio urbano “I neri per strada”
Le ataviche lotte tra Belfagor, l’arcangelo Gabriele, Giuseppe e Maria. Venerdì 18 dicembre, con partenza alle ore 17 da Palazzo di Città, verrà proposto Il verbo umanato, tratto da “La cantata dei pastori” di Andrea Perrucci, percorso teatralizzato nel centro storico di Taranto, narrazioni e azioni sceniche a cura dei partecipanti al laboratorio urbano “I neri per strada” condotto da Giovanni Guarino per il Crest. Partecipazione libera.
“La cantata dei pastori” ha un titolo lunghissimo e barocco (“Il vero lume tra l’ombre, ovvero la spelonca arricchita per la nascita del verbo umanato”), ma è universalmente nota con l’abbreviazione d’uso. Fu scritta nel 1698 dal commediografo siciliano Andrea Perrucci, con lo pseudonimo di dottor Casimiro Ruggiero Ugone, e da allora, da più di tre secoli, è continuamente rappresentata, rimaneggiata, riscritta. È la storia delle traversie di Giuseppe e Maria per giungere al censimento di Betlemme, che, accompagnati da alcune figure popolari, dovranno superare molti ostacoli e insidie prima di trovare rifugio nella grotta della Natività. Ed è naturalmente conseguente il lieto fine, la salvazione dell’umanità dal peccato e il ritorno di Belfagor, sconfitto, nel suo mondo infero di fiamme e zolfo. Fino all’anno prossimo, quando anche lui, vecchio diavolaccio impunito, potrà tornare a raccontarci la storia infinita della lotta millenaria tra Bene e Male. Insomma, un grande archetipo.
La originale rivisitazione de “I neri per strada” partirà da Palazzo di Città, in piazza Municipio, per poi avviarsi lungo via Duomo. In particolare, la mappa drammaturgica prevede soste al chiostro del convento di san Michele, sui gradoni della chiesa di san Michele, all’ex convento di san Francesco, in piazza postierla Immacolata, in piazza san Costantino, nel chiostro del convento di santa Chiara, nel Duomo di san Cataldo. Da segnalare, tra gli altri, un toccante racconto su santa Sofronia, vissuta nel IV secolo e venerata come martire della Chiesa, che, scegliendo una vita penitenziale, visse da eremita sull’isola di san Pietro, dove si costruì una capanna di rami e tronchi d’albero. Nei fatti, un recupero della storia e delle leggende locali. I testi del percorso teatralizzato sono sia in lingua che in dialetto. Per l’intero tragitto, il tappeto sonoro di un sassofono accompagnerà il difficile viaggio di Giuseppe e Maria da Nazaret a Betlemme, passando dalla vecchia isola tarantina.
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