Ebbene, di cosa si tratta? Degli Its, cioè degli Istituti Tecnici Superiori. Questi si costituiscono secondo la forma della Fondazione di partecipazione che comprende scuole, enti di formazione, imprese, università e centri di ricerca, enti locali.
Dal suo ambito, l’ha spiegato Riccardo Pagano dell’Università di Bari alla presenza del dirigente scolastico dell’Istituto Professionale “Cabrini” Rosmunda Gentili, in un seminario tenutosi nel salone di Rappresentanza della Provincia di Taranto.
Nel tessuto sociale le università hanno un ruolo fondamentale e questo significa che le ricerche universitarie oltre che servire alla didattica servono anche al territorio affinché possa svilupparsi. Naturalmente per fare ciò le università hanno bisogno di creare dei partnerariati. In questo caso l’università è partner degli Its che potrebbero sembrare in un certo modo concorrenti alla formazione universitaria. Sono percorsi paralleli a quelli universitari che però trovano punti di convergenza per i crediti formativi riconosciuti e spesi negli studi universitari.
Il sistema formativo dell’Its, se vogliamo ha origini antiche e soprattutto non italiane. C’è un sistema in Germania tra il mondo della formazione e il mondo universitario che va da tantissimi anni e che ha un livello di occupabilità di altissimo livello. Per cui l’università ne è parte integrante perché offre la propria competenza formativa assumendo una funzione strategica nel territorio, diventando sempre più volano di sviluppi ulteriori.
È una capacità creativa e innovativa dei giovani che viene valorizzata per creare un processo che possa continuare a svilupparsi maggiormente per dare possibilità a questi, di avere sempre di più una competenza sicuramente nell’ambito della formazione ma soprattutto nell’ambito umano.
L’Its è un laboratorio allargato a tutte quelle forze vive del territorio che vogliono collaborare per l’innovazione, la sostenibilità e la cooperazione – ha riferito Giuseppa Antonaci, presidente Fondazione Its dell’Ospitalità e del Turismo – naturalmente, in questo caso, finalizzato allo sviluppo dei “turismi”, in Puglia.
L’Its è un istituto tecnico superiore che però non è come le scuole, infatti il ministero sta pensando di cambiarne il nome. È un’ altra cosa anche per la sua forma giuridica che è un insieme di tanti soggetti che si mettono d’accordo per raggiungere determinati obiettivi sia generali che specifici. L’intento è quello di andare ad analizzare tutta la nostra regione, per valorizzare tutti i “turismi” che esistono. Perché la storia degli uomini, le tradizioni, il contesto territoriale, caratterizza le peculiarità che possono essere valorizzate. Ma prima di tutto devono essere valorizzati i ragazzi con un percorso formativo, che come dice l’Europa, deve essere lungo tutto l’arco della vita.
Ciò che deve rimanere della scuola, dovrà essere il metodo, cioè l’approccio alla conoscenza, per continuare autonomamente ad imparare. Una delle competenze fondamentali ribadite in tutte le raccomandazioni della Comunità Europea è che il sistema scolastico, insegni ai giovani ad imparare autonomamente, “imparare ad imparare”, cioè come fare ad essere autonomi anche quando non c’è più l’insegnante.
È lo stesso problema che si pone quando il ragazzo in un progetto va in un contesto differente da quello dell’aula come può essere quello del lavoro, e lì si trova con altre regole del gioco che sono il modus vivendi dell’azienda. E la capacità di adattamento dei nostri ragazzi dipende moltissimo dall’acquisizione di quelle competenze di base, tra cui l’“imparare ad imparare” è quella fondamentale.
L’Its propone dei percorsi biennali a forte componente operativa. Per lo meno un 30 % delle ore di lezione devono essere svolte nelle aziende che ne fanno parte, non solo, ma il 50% delle docenze deve provenire dal mondo delle aziende, della ricerca, dell’innovazione tecnologica. I giovani devono interagire con chi è sul campo ogni giorno nell’impresa e quindi capire quali sono le logiche del mondo del lavoro, ciò che viene un po’ anticipata con le esperienze di alternanza scuola-lavoro.
Quest’anno verrà introdotto l’europass come strumento di certificazione che renderà riconoscibile non solo a livello nazionale ma a livello europeo, le competenze acquisite negli Its.
I giovani vogliono stare a scuola per imparare, per apprendere ciò che serve loro per inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro, sia come imprenditore, che come manager, come quadro o come operaio specializzato. A loro va dato questo, poi bisogna sollecitare i talenti che ognuno ha, individualizzando il loro percorso formativo e l’Its si presta a rispondere meglio a questa necessità.
Quindi l’Its permette di migliorare non solo la scuola ma anche le imprese che ne fanno parte. La volontà dell’impresa deve essere quella di essere accanto alla scuola, per scelta, perché convinta che la sua volontà di essere formatrice le fa occupare un posto di preminenza, rinunciando all’autoreferenzialità.
Vi sono due figure nazionali con percorsi formativi in progetto. Una è quella del “Tecnico superiore per la promozione e il marketing delle filiere turistiche e delle attività culturali” e l’altra, del “Tecnico superiore per la gestione di strutture turistico ricettive”. Gli Its quindi sono le nuove scuole di tecnologia che favoriscono un inserimento diretto e veloce nel mondo del lavoro, perché collegate alle esigenze delle imprese nei settori strategici dell’economia.
Nel seminario informativo, preziose e da approfondire sono state le relazioni sviluppate da Valentina Ferri dell’Osservatorio Regionale Istruzione e Formazione Puglia, Francesco Palmisano, presidente Ente Bilaterale del Turismo Puglia, Antonio Prota, presidente del Consorzio Cento Masserie, Luca Lazzaro, presidente Confagricoltura Taranto e Antonello De Santis, presidente Rete Turismo Italia Ionica.
Vito Piepoli
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