Il saggio, intitolato il “ Grande sogno”, come riferisce il giovane autore, Cosimo Bianco, studente universitario alla sua prima esperienza editoriale, nasce in uno stato di “solitudine costruttiva” che lo ha portato ad interrogarsi sulla vita dell’uomo ed ad analizzarla con gli occhi di chi dovrà percorrere ancora tanta strada. La solitudine, dunque, non è una perdita di tempo perché a volte risulta essere l’espediente per entrare dentro se stesso e per fargli sperimentare l’essenza della vita che gli appare, pertanto, come un grande sogno.
Lo scritto si presenta, nella sua forma narrativa, come un diario, anche se non è sviluppato cronologicamente.
I temi trattati sono molteplici e tutti inerenti alla vita umana e alle ragioni di poterla spendere con oculatezza.
Il dolore spesso rappresenta quel sentimento che lo porta a fare l’introspezione alla luce della consapevolezza.
La sua sensibilità è in grado inoltre di far emergere un disagio interiore che pervade non soltanto il proprio essere, ma anche quello degli altri suoi simili, con l’obiettivo di mutare in meglio il proprio cammino esistenziale.
La vita se vissuta con gli altri, nel segno dell’amore e dell’amicizia ,sostiene l’autore, deve essere considerata un “dono prezioso”.
Leggendo queste pagine inoltre è dato cogliere un sincero ottimismo in grado di svelare la voglia di vivere con entusiasmo e passione, cercando di andare “oltre le cose”.
La prosa narrativa, ti tanto in tanto, è impreziosita dalla dolce musicalità di bellissimi versi poetici che riescono a dare ragione a tutte le molteplici sfumature dei sentimenti che accompagnano i momenti più significativi di un animo sensibile e “sui generis”.
Ester Lucchese
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