Di Roberto Caffo (Reportage: di Davide Ndoj)
E’ un tredici da incubo quello di cui, lunedì 28 settembre, è stato oggetto di dibattito durante la presentazione di “Ho fatto tredici- Una vincita negata e 34 anni di menzogne del Coni”; il libro che racconta il calvario giudiziario vissuto in prima persona dal commerciante martinese Martino Scialpi.
L’incontro ha avuto inizio alle ore diciassette, nella sala conferenze della Biblioteca Comunale Acclavio di Taranto, sita in Piazzale Bestat.
Il sottotitolo del libro suggerisce molto circa il fulcro tematico del racconto. Gli ultimi 34 anni di Martino Scialpi sono ripercorsi con grande coinvolgimento per il lettore che, come per chi legge delle pagine di un diario, affronta emotivamente la narrazione dei fatti: dalla grande vincita al Totocalcio fino ai giorni nostri.
Martino Scialpi non riesce a riscuotere una vincita di oltre un miliardo delle vecchie lire dopo aver giocato una schedina del Totocalcio, la stessa che compare in copertina del libro e che ha aperto le porte a una serie di controversie giudiziarie che hanno coinvolto il commerciante di Martina Franca.
L’odissea della vincita negata è iniziata il giorno in cui Scialpi si recò alla sede del Coni di Bari, per mostrare la schedina giocata come prova della sua vincita. Scialpi non solo non ottenne la somma della vincita che gli spettava, ma non fu creduto e accusato di sottrazione e falsificazione.
Un “ingranaggio giudiziario” che ha stravolto la vita del commerciante. “Nonostante le tante difficoltà, Martino Scialpi è riuscito ad assolvere al ruolo di genitore, senza mai arrendersi. E’ questo che fa di Martino un guerriero vincente”. Afferma così Rossana Mingolla, avvocatessa e presidente dell’Associazione Azzurro Donna, durante il suo intervento in qualità di relatrice presente al tavolo della conferenza stampa.
L’avvocato Guglielmo Boccia, che ha seguito il caso Scialpi, ha sottolineato la ricerca di giustizia nella volontà di Martino. “Una giustizia basata sugli atti processuali, in base ai quali è possibile stabilire la verità giudiziaria”. E’ questa la giustizia di cui l’avvocato Boccia parla, in riferimento a quella rivendicata da Martino Scialpi.
Dall’intervento dei partecipanti al tavolo della conferenza emerge il quadro di un uomo che non cerca vendetta, nonostante i sorpusi e accuse subite ingiustamente. Un cittadino modello che cerca semplicemente la verità da una vicenda che non trova ancora una soluzione definitiva.
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