Un popolo di eroi, poeti e santi. Inserito nel progetto “viagraziadeledda senzanumerocivico”, lunedì 15 giugno 2015, alle ore 21 al MuDi – Museo Diocesano di Taranto, in vico I Seminario, nella vecchia isola, va in scena il primo dei due appuntamenti di “Città nascosta”, contenitore di percorsi tematici e performance giunto alla seconda edizione, che, proponendo una esplorazione consapevole di musei e luoghi d’arte, mira alla valorizzazione del patrimonio artistico della città di Taranto. In collaborazione con Custodes Artis, il progetto del Crest prevede un tour museale, seguito dalla narrazione di Giovanni Guarino “Ogni mucchio pare turchio”. Ticket (visita museale) 3 euro. Info: 099.4707948.
Su tre livelli della rinnovata struttura dell’ex seminario arcivescovile di Taranto, l’itinerario museale del MuDi è organizzato in sette sezioni tematiche: la sezione liturgica, con l’esposizione di tele di artisti meridionali; la sezione cristologica, che ospita il topazio di Ferdinando II, una rara statua della Trinità, un crocifisso medievale in avorio e la preziosa opera di Corrado Giaquinto “Transito di san Giuseppe”; la sezione dedicata a Maria, con le tele della Madonna della Salute di Nicola Porta e dell’Assunta di Serafino Elmo (1771); la sezione dei Santi, con gli antichi reliquiari contenenti la lingua di san Cataldo e il sangue di san Vito; la sezione degli Ordini religiosi e delle Confraternite, con il reliquiario di san Vito, molto venerato fino al ‘700; la sezione della Cattedrale, con i resti dei leoni che ornavano la facciata romanica; la sezione degli Arcivescovi.
La narrazione di Giovanni Guarino “Ogni mucchio pare turchio”, con la partecipazione dei corsisti del laboratorio urbano “I neri per strada” e le percussioni di Angelo Losasso, prende spunto dal poema eroico “Glorie di guerrieri e d’amanti” del tarantino Cataldo Antonio Mannarino, opera composta a Napoli nel 1596, la cui genesi è collegata a un episodio autobiografico. Nel settembre del 1594, un’armata turca di oltre cento navi compariva nel Golfo di Taranto: le isole Cheradi vennero occupate e fu posto l’assedio alla città di Taranto. Tutti i baroni pugliesi inviarono truppe per fermare questa invasione, e si ingaggiarono memorabili combattimenti contro i Turchi. Nel corso della battaglia del 19 settembre, che qui si vuole ricordare, sia nobili che cavalieri, ma anche tanti contadini dell’entroterra ionico, si difesero con passione nelle campagne tra Lama e San Vito, fino ai confini della città. Il racconto, che si intreccerà con tableaux vivants cui daranno vita e forma venticinque corsisti del laboratorio urbano, con proiezioni video e giochi acrobatici di strada, vuole riportare questi eventi, mettendo in luce soprattutto il senso di appartenenza e di amore per il proprio territorio che Monsignor Lelio Brancaccio riuscì a infondere nei tarantini, tutti. Due i principali protagonisti delle vicende e dell’epoca: Sinan ?icala-Capudan Pasha, messinese e cristiano di nascita convertitosi poi all’Islam, comandante della flotta turca, e l’Arcivescovo Lelio Brancaccio, guida moralizzatrice della Diocesi di Taranto dal 1574.