La seconda edizione della rassegna “Young – i giovani per i giovani”, organizzata dall’Associazione onlus Amici della Musica “Arcangelo Speranza” e dal Comune di San Giorgio Jonico sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Spettacolo dal vivo, si chiuderà in grande stile domenica prossima 3 maggio, presso l’accogliente Auditorium della Scuola Media “Giovanni Pascoli” alle ore 19.30 con il concerto di un duo pianistico di grande interesse, costituito dai due giovani musicisti pugliesi Biagio Finamore e Carlo Angione.
L’interesse per questo straordinaria ma collaudata proposta musicale nasce prima di tutto dal bellissimo programma, che presenta brani in cui è necessario non solo avere il completo controllo tecnico dello strumento, ma anche disporre di un notevole “interplay” con il proprio partner, necessario per la ricchezza e complessità delle invenzioni armoniche, timbriche e melodiche che ne costituiscono caratteristica essenziale. Prima parte dello spettacolo dedicata al grande romanticismo tedesco, con due capisaldi della letteratura per pianoforte come l’eclettico “Variazioni su un tema di Haydn” n. 56b di Johannes Brahms. Basato sul principio della continua trasformazione di incisi tematici, peculiare del linguaggio di Brahms, sia cameristico che orchestrale, è un lavoro di notevole interesse che aveva la funzione di porre le basi per la successiva, più nota versione per orchestra e, soprattutto, una sorta di “prova generale” della impegnativa Prima Sinfonia.
Altrettanto affascinante è il successivo “Les préludes” di Franz Liszt. Si tratta della versione per due tastiere, predisposta dallo stesso autore, del più famoso fra i suoi tredici poemi sinfonici, tratto da una delle Méditations poetiques di Alphonse de Lamartine, in cui il si tratta il tema delle alterne vicende dell’uomo in balia degli elementi della natura, risolte attraverso la contemplazione mistica.
Con Dmitrij Dmitrievic Šostakovic e il suo “Concertino” op. 94, i giovani Biagio e Carlo ci propongono di passare all’esperienza musicale russa del Novecento. Composto intorno al 1957, è basato sull’alternarsi di movimenti lenti e veloci, in cui i due strumenti si scambiano le figure tematiche su cui è sostanzialmente focalizzato tutto il lavoro, in un incredibile gioco di rimandi e di continui “rimpalli” che ne rendono un brano delizioso all’ascolto.
Igor Stravinsky è il protagonista assoluto della seconda parte del concerto.
La sua opera più famosa, il balletto “Le Sacre du Printemps” (1913) è qui presentata nella trascrizione per due pianoforti effettuata dall’autore, il cui processo compositivo Stravinsky descrive con queste parole:
“Un giorno, in modo assolutamente inatteso giacché la mia mente era occupata da cose affatto diverse, intravidi nell’immaginazione lo spettacolo di un grande rito sacro pagano: i vecchi saggi, seduti in cerchio, osservano la danza di morte di una vergine che essi stanno sacrificando per propiziarsi il Dio della primavera”.
Il “rito sacro” è quello che per il cui “scandaloso” allestimento teatrale (a Parigi, per la Compagnia dei “Balletti russi” diretta da Sergej Diaghilev) l’autore predispose una partitura in cui il cosiddetto “primitivismo” non era una semplice modalità di ispirazione, ma una precisa condizione psicologica in cui egli si cala, una sorta di ritorno a miti interiori ancestrali. La meravigliosa partitura del “Sacre” (termine che va tradotto come “rituale”, e non come “sagra”) è complessa e articolata, dalla comunicativa immediata, tanto da riuscire a trasferire all’ascoltatore trame anche complesse in modo diretto e spontaneo.
La composizione di Stravinskij contiene molte caratteristiche innovative per il periodo, come esperimenti in ambito tonale, metrico e, soprattutto, ritmico. Anche se Stravinsky tendeva a negarli, molti musicologi hanno rilevato importanti riferimenti, nella partitura, alla musica russa di tradizione orale. Questo brano ha influenzato molti importanti compositori del Novecento ed è una delle opere più registrate del repertorio classico.
Il duo pianistico composto dai giovani e bravissimi pianisti pugliesi Biagio Finamore e Carlo Angione è un emergente gruppo da camera che, incoraggiato da Emanuele Arciuli e Angela Montemurro, ha iniziato una intensa e proficua attività artistica nel 2013.
Nel giugno dello stesso anno il duo ha vinto il secondo premio al “Concorso Internazionale di Musica – Pietro Argento” di Gioia del Colle e il primo premio al “Concorso Pianistico Internazionale – Città di Rocchetta” (Rocchetta a Volturno).
Il duo ha vinto il primo premio con menzione speciale d’onore al “Concorso Internazionale di Musica – Città di Treviso”, ed è stato invitato ad esibirsi nell’ambito del festival internazionale di giovani musicisti tenutosi a Treviso tra ottobre 2014 e marzo 2015, occasione in cui ha anche registrato un disco. Nel maggio 2014 il duo ha vinto il primo premio al “Concorso internazionale di musica – Euterpe” di Corato e, nel giugno 2014, il secondo premio al “Concorso internazionale di musica – Pietro Argento” di Gioia del Colle.
Il duo è stato anche selezionato per le finali del “T.I.M. – Torneo Internazionale di Musica”, che si sono tenute a Parigi nel giugno 2014, e per le finali del Concorso nazionale di musica – Società Umanitaria, classificandosi come semifinalista in entrambe le manifestazioni. Di recente il duo è stato invitato a collaborare con il Teatro Petruzzelli (Orchestra del Teatro Petruzzelli/Jonathan Stockhammer) per la produzione del poema sinfonico “City Life” del compositore americano Steve Reich, eseguito a Bari e poi a Venezia nel settembre 2014 nell’ambito della Biennale d’arte, in occasione della cerimonia per la consegna al compositore del Leone d’oro alla carriera, e a esibirsi in un recital nell’ambito di “Piano City – Napoli/2014”. Il duo sta ora ampliando e approfondendo lo studio del repertorio con il M° Bruno Canino presso la Scuola di Musica di Fiesole.
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