Il volontariato per il recupero dei degradati paesaggi urbani, sembra il il titolo di un documentario, invece è un azione concreta, reale, per mezzo della quale alcuni generosi cittadini impreziosiscono il loro esser parte di una comunità dedicando pezzi del proprio tempo nello svolgere servizi di utilità per il proprio territorio e per altri concittadini. Il famoso Bene Comune di cui tanti si riempiono la cavità orale ma mantenendo le mani , sistematicamente, sempre pulite libere da impegni, quando invece basterebbe un modesto impegno da parte di tutti per restituire decoro e bellezza ad un territorio continuamente offeso da incuria volgarità culturale e disinteresse, quando non è fatto oggetto di brame di ben altra natura. L’architetto Eugenio Lombardi ci relaziona sull’encomiabile iniziativa posta in essere dalla Associazione Ecomuseale del Nord Barese da lui presieduta, che dai primi di Aprile ha dato l’avvio alla campagna di “pulizie di primavera” di pezzi di costa tra Palese e Santo Spirito. Esempi positivi di affetto per il proprio territorio, spesso disattesi da Istituzioni , (le cui complessità dei problemi da risolvere con gli esigui mezzi economici a disposizione non permettono di fare il dovuto ), e dei concittadini il cui compito principale sarebbe quello di mantener pulita “casa propria”, concetto difficile da metabolizzare se per tantissimi il proprio bene confina con l’uscio di casa…. (E.C.)
di Eugenio Lombardi*
E’ una esplosione di degrado e di discariche, la nostra città, in centro come nelle periferie. Ma auspicare che il servizio AMIU migliori o imprecare contro l’Amministrazione comunale o quelle municipali non aiuta molto, se non si vuole vivere circondati dall’immondizia. Ed è così che si è deciso di intervenire lì dove le Istituzioni non arrivano.
Sotto la sigla operativa “Spazzini per i beni comuni”, ci ha pensato l’Associazione Ecomuseale del Nord Barese a mobilitare le sensibilità perché la costa di Palese e Santo Spirito, in certi tratti diventata assolutamente invivibile e inguardabile, fosse salvata. E’ una costa dalla particolare morfologia, con gli scogli a strati chiari e scuri affioranti ovunque e ruotati nell’assetto da forze ultramillenarie. La gente la frequenta molto, dai primi tepori primaverili e fino ad autunno inoltrato. E, come da abitudini locali, spesso grandi tavolate sono organizzate dove gli spazi più lo consentono. Ma il risultato alla fine è traumatico: immondizia ovunque, buste di rifiuti abbandonate tra quegli scogli ospitali, plastica, lattine, bottiglie di birra (privilegiata la Peroni), oltre al tanto materiale trascinato dalle correnti ed approdato da noi come i resti delle barche di Ulisse.
Abbiamo cominciato sabato 11 aprile da Palese, dove una caletta di sabbia tra il molo del piccolo porto ed uno stabilimento balneare era diventata nel tempo un tappeto di rifiuti. All’appello avevano risposto una quindicina di persone, poche rispetto agli sforzi di comunicazione prodotti ma tantissime rispetto a qualche simile tentativo del passato. L’impegno e la determinazione permisero in un paio di ore di riportare quasi a splendore la spiaggia, dopo aver riempito fino all’inverosimile di tutto l’immaginabile un bustone per ciascun partecipante. La catasta di legname raccolta tutta da una parte venne portata via dall’AMIU tra la sera e la mattina e il giorno dopo quel posto era tornato bello, vivibile, decente, accogliente.
Ci abbiamo riprovato il 25 aprile, giornata della liberazione…dai rifiuti e ci siamo trasferiti qualche centinaio di metri più avanti verso Santo Spirito, nell’area del “vugghio”, dove le acque di una antica lama, ora percorso sotterraneo, scendono fino a mare per risalire in superficie rendendo quell’acqua particolare e preziosa: specchio di mare dai colori forti, sconcertanti, ma mortificati da una scogliera preda dell’umana imbecillità. E allora nuovamente al lavoro con guanti, rastrelli, puntali, tanti bustoni. Ancora una volta, nonostante la pubblica acclamazione per quel primo intervento, siamo stati pochissimi, ancor meno dell’altra volta. Ma l’impegno di pochi moltiplica gli sforzi e i risultati ed ora quel pezzo di costa è tornato da brochure turistica. E tra noi c’era anche un bambino, che il papà ha voluto fosse partecipe e collaborativo: un gran bel messaggio, per i tanti adulti che avrebbero potuto esserci. Qualche passante si è fermato a guardare e apprezzare, nessuno ci ha affiancati. E ancora una volta, Facebook inneggia ai nostri sforzi “eroici” e specie gli emigrati da questa terra bella ma amara esprimono da lontano profonda e sincera gratitudine.
Nessuna presenza, nessuna collaborazione istituzionale. Ma ci riproveremo, come se già ora sapessimo di esserci moltiplicati. Torneremo sull’intera costa tra Palese e Santo Spirito il pomeriggio di sabato 23 maggio, sperando per allora di essere stati bravi a coinvolgere una comunità di 32.000 persone per le quali un paesaggio urbano fatto di materassi disseminati per strada, caterve di cartoni gettati dove non dovrebbero essere, bottiglie, scogli ricoperti di putridume, sono diventati la normalità di una terra straordinariamente ricca di Storia, ma che pare non abbia nessun interesse né capacità di vivere il presente guardando al futuro.
*Presidente Associazione Ecomuseale del Nord Barese