di Redazione
Il periodo che abbraccia il trentennio tra il 1830 e il 1860 segna, per la storia del Bel Paese, un processo di trasformazione economica e sociale sul quale si insedieranno le istanze e le dinamiche che diedero vita all’esaltante stagione del risorgimento italiano. In questo contesto si inserisce la storia di un giovane intraprendente nizzardo, Felice Garibaldi, (fratello minore del mitico eroe nazionale, Giuseppe), che per conto del suo datore di lavoro scopre l’opportunità offerta dal “frutto” d’eccellenza del territorio barese ,quell ’olio che grazie alle all’innovazione delle presse idrauliche introdotta da un altro grande francese, Pierre Ravanas, esaltandone la qualità, gli permettono di incrementare gli affari della azienda per la quale lavora, e , in seguito di diventare “negoziante” in proprio, contribuendo alla diffusione dei commerci e della conoscenza della nostra derrata principale come all’ammodernamento del tessuto economico sociale locale, nonostante tutte le contraddizioni che il processo di unificazione italiano ha comportato.
Non finisce di stupire la lettura dell’affresco storico del giornalista e saggista Riccardo Riccardi dal titolo “L’impresa di Felice Garibaldi e il Risorgimento in Puglia”, (di Congedo Editore), mediante il quale l’autore esalta la sua peculiarità di storico appassionato campendo la storia d’Italia con una caratteristica vista “dal di sotto”, quella del nostro Sud. E così apprendiamo che Felice all’età di 22 anni giunge a Bari , è “un giovane e intraprendente dalla stazza imponente, dagli occhi intelligenti e beffardi” , e dal cui volto traspare “l’espressione di una grande signorilità”, al pari della sua capacità negli affari e per l’esperienza acquisita nel ruolo di assaggiatore d’olio. Così viene descritto Felice dall’ autore al momento di “sorchiare” (splendida onomatopeia nostrana) le diverse qualità di olio contenuto negli otri, col cucchiaio fornitogli dal contadino : “Egli non doveva odorare ma solo assaporare. Fino al momento in cui emetteva un suono inatteso: cioè “sorchiava”. Il ricordo della giovinazzese Chiarina Genchi , donna devota premurosa e innamorata, come lo sanno essere le donne del Sud, che seguirà Felice fino alla sua prematura scomparsa dovuta ad un male incurabile, impreziosisce l’opera di toni commoventi.
L’opportunità per conoscere meglio questa avvincente storia è data da un incontro che avrà luogo Sabato 7 marzo, a cominciare dalle ore 18, presso la Biblioteca Comunale “A. Cafaro” di Adelfia, C.so Umberto I, 119, nel corso del quale l’autore sarà impegnato in una conversazione con il vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Adelfia Francesco Ferrante; il presidente del locale circolo di Legambiente, Nicola Torres. Il dirigente scolastico, Rosanna Scarcia modererà e presenterà la serata, alla voce dell’attrice Floriana Uva il compito di donare sostanza artistica all’ottimo lavoro di Riccardi. L’ evento organizzato dal circolo Legambiente di Adelfia gode del patrocinio dell’amministrazione cittadina.