La Pro Loco di Taranto, in collaborazione con l’Azienda NewtranslationServices, organizza una serie di visite guidate gratuite ed aperte a tutti: la NewtranslationServices, come dice la stessa Presidente Romina Termite, è nata dal sogno di portare economia e fattibilità lavorativa nel comune di Taranto e della Provincia, attraverso l’ausilio dei servizi paraturistici; l’Associazione Pro Loco di Taranto, sempre attiva sul territorio da 10 anni, si occupa dello sviluppo e della riscoperta delle bellezze del proprio territorio, in particolare vuol far riscoprire i tesori nascosti della Nostra città. Si organizza quindi per i giorni:
? 18 Gennaio, 01 e 15 Febbraio visite guidate al Borgo Antico di Taranto. Appuntamento alle ore 10,00 in Piazza Castello.
La città di Taranto, per opera dei Saraceni, fu distrutta totalmente nel 927, i quali la misero sott’assedio e la conquistarono. Con Niceforo Foca, nel 967, si ebbe la ricostruzione della città: in particolare il Borgo Antico, per una difesa da eventuali attacchi di invasori che avrebbero potuto superare la soglia del mare e attaccare il centro abitato, assume l’assetto di una vasta rete di stradine, vicoli e vicoletti. Guardandola dall’alto infatti si possono ammirare tetti rosicchiati dal tempo, campanili antichissimi, strade con luminose piazzette. Ed ancora nella parte bassa slarghi, il borgo marinaro dove i pescatori scaricano il pesce pescato di prima mattina, come i prelibati molluschi e le cozze, portandolo poi al mercato lì vicino. Il borgo antico si divide infatti nella parte alta, dove vivevano i nobili con i loro Palazzi nobiliari e le Chiese lì presenti, e nella parte bassa, dove invece viveva la borghesia, come i molti pescatori con le loro case popolari. Queste due zone si affacciano sul Mar Grande (la parte alta) e dirimpetto sul Mar Piccolo (la parte bassa).
? 25 Gennaio, 08 e 22 Febbraio visite guidate al Borgo Umbertino di Taranto. Appuntamento alle ore 10,00 in Piazza Garibaldi.
Il Borgo Umbertino fu urbanizzato dalla città antica per secoli. Solo nel medioevo tornò ad essere zona rurale per poi, nel fine ‘800, diventare il fulcro dell’espansione. Il borgo sorse dove un tempo era la Neapolis (città nuova) magno greca e il Municipium romano che si organizzarono secondo assi ortogonali. Con la guerra greco gotica (IV sec. d.C. ) il borgo viene abbandonato, si ruralizza completamente e nuovi campi sono solo segnati da piccole cappelle con poveri segni di pietà che nascosero le bellezze antiche. Intorno al XIV – XV sec. ci fu un interesse per questa landa: il monastero delle Clarisse (SS. Crocifisso), il lazzaretto – Carmine dove spuntano i perdoni nella Settimana Santa, il convento di S. Antonio e di S. Francesco e dal XVIII sec. il complesso di S. Pasquale. Quest’area orientale venne così tenuta fino al ‘700, quando Monsignor Giuseppe Capecelatro (Arcivescovo) eresse la sua villa in cui raccolse tutti i reperti antichi emersi dal suolo tarantino ad altre opere d’arte. Dopo l’Unità finalmente, su un progetto dell’architetto tarantino Davide Conversano, la città vecchia si protese nel borgo attraverso il Ponte di Ferro e Girevole. A fine ‘800 nel borgo umbertino iniziano a sorgere edifici che ricordano l’edilizia rinascimentale, neoclassica e liberty, come si può notare in Via d’Aquino, Via di Palma, Corso Umberto, Via Pitagora. Alcuni di questi palazzi al loro interno custodiscono dei veri e propri tesori, come la cappella gotica risalente alla fine del XIX sec. ed edificata su commissione di angelo Cecinato, realizzata da due maestri in uno stile neogotico ancora oggi ne si può ammirare i resti.
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