Di Enzo Carrozzini
L’Italia del 5 Gennaio 2015 si è risvegliata con la notizia che scorreva nei sottopancia delle trasmissioni televisive del mattino, già anticipata ore prima sui social network(ad opera di colleghi a lui vicini) della tragica scomparsa del grande cantautore napoletano, Pino Daniele. È inevitabile per ARMONIA che si propone, nella sua cifra essenziale, la missione di diffusione di cultura del territorio, ritornare sull’argomento non per per fare cassetta dell’attualità, non certo per parlare delle polemiche sorte in ordine alle modalità di soccorso del cantautore,( che da infartuato avrebbe avuto bisogno di un intervento tempestivo, piuttosto che un viaggio di circa 200 chilometri verso una salvezza impossibile,soprattutto da cardiopatico trentennale), non certo per il rifiuto opposto dai familiari a rendere fruibile la sua camera ardente agli estimatori non Vip, in conseguenza dell’opera di qualche cretino che ha voluto carpirne le immagini sul letto di morte; non certo perché tra le sue volontà c’era la scelta per l’estremo estremo riposo di località diversa dalla sua terra natale. La cronaca è cosa diversa dal messaggio che il grande artista lascia non soltanto alle miriade di estimatori che in oltre 35 anni di carriera hanno apprezzato le sue opere musicali. Pino Daniele da artista internazionale quale è stato ha avuto un seguito ben più vasto del pur importante panorama nazionale, parlano le collaborazioni con artisti mondiali come Eric Clapton, Simple Minds, Pat Metheny, Billy Cobham, Cick Corea, Gato Barbieri, come anche di star nazionali di altrettanto rilievo: Fiorella Mannoia, LaurA Pausini, Caludio Baglioni e tanti altri, Con il suo rock Blues ha innovato e rinvigorito la già importante tradizione musicale partenopea allargandone il rilievo mondiale grazie anche alle commistioni operate con altre correnti musicali che lo annoverano tra i nomi rilevanti della world Music.
Per gli uomini del Sud che hanno apprezzato la sua musica, rilevano i sentimenti e le emozioni che ha saputo suscitare qualunque linguaggio adottasse, e pazienza se le sue ultime produzioni abbiano fatto torcere il muso a qualche critico, è inevitabile che, col passare del tempo, la vena poetica degli artisti si affievolisca e ne venga influenzata dalle esperienze di vita e, riteniamo, come nel suo caso, dalle peripezie della salute. Pino Daniele è stato cantore moderno del Sud, del nostro Sud e dei Sud del Mondo, frutto di orgogliosa e rabbiosa consapevolezza di un umanità sfruttata e vituperata. Quando canta “Napule è nà carta sporca” , non c’è soltanto la sua città, la Campania e tutte le sue terre dei fuochi, c’è anche la Puglia, Taranto, Brindisi, il mare Ionio e Adriatico , che il suo canto di impegno civile cerca di proteggere dal protendersi di mani, a volte lecite, tante altre illecite, mosse dal falso scopo del bene comune. Vorremmo sottrarci alle tonnellate retoriche di inchiostro reale e virtuale sulla sua vicenda umana, ma non possiamo non affermare che da oggi abbiamo la sensazione di sentirci più poveri, sebbene sentiamo la consapevolezza di non dimenticare e magari tramandare il suo messaggio poetico politico e di impegno civile. D’altra parte lo aveva anticipato lui stesso in un altro magnifico brano creato in collaborazione con Enzo Avitabile dal titolo ” E’ ancora Tiempo” in cui cantano “Coccosa More ma Resta…”. Sta tranquillo Pino, resterà, resterà…..