di Carmelo Colelli
Giovedì 23 Ottobre, è stata inaugurata la mostra personale della fotografa barese dal titolo “Chiòve” di Rosaria Pastoressa, nel bel Palazzo Marchesale “Miani-Perotti”, a Cassano delle Murge, in provincia di Bari.
Il palazzo, restaurato recentemente, è destinato ad accogliere eventi culturali di vario genere, come ha sottolineato il Sindaco Domenico Lionetti.
Il curatore dell’evento Massimo Nardi, che ne ha curato l’allestimento, ha precisato che la mostra comprende 6 spazi espositivi, l’intero Palazzo Marchesale solo per “Chiòve”.
L’assessore alla cultura Miriam de Grandi ha sottolineato l’emozione che ha provato nel guardare le immagini di Rosaria Pastoressa.
Pio Meledandri, direttore artistico del Museo della Fotografia del Politecnico di Bari, ha evidenziato la bravura della fotografa ad utilizzare i linguaggi della comunicazione visiva, quello del bianco/nero e quello del colore, due linguaggi che hanno registri diversi.
Tante le foto esposte: ritraggono eventi del quotidiano, dello spettacolo, dello sport, del teatro, della danza, della musica, molti i paesaggi, istanti particolari di tante giornate normali, scorci di vari paesi della nostra Puglia.
Rosaria, con la sua macchina fotografica, ferma il tempo, sempre, in modo perfetto e preciso, sulla bella espressione di un volto, noto o sconosciuto, sulla figura di un uomo intento al suo lavoro, sul movimento armonioso di due ballerini, sulle mani che lavorano, sui gesti fermi e decisi di attori sulla scena, sulla luce che illumina in modo particolare angoli di quotidiano.
E’ attratta da un altro elemento naturale oltre la luce: “l’acqua”, sotto forma di mare, nuvole, pioggia.
Il mare, è ritratto in varie situazioni, come anche le nuvole, alcune scure e minacciose che incombono sul paesaggio.
Fotografa la pioggia mentre piove: “Chiòve”.
Nelle immagini con la pioggia, sembra che vi sia un filtro tra realtà e immaginazione, un fermo immagine, che lascia all’osservatore la scelta di continuare la scena secondo l’emozione che prova.
Dietro quel velo di pioggia, vi sono luoghi semplici, i soliti, quelli del quotidiano, solamente visti attraverso quel leggero velo, la pioggia, che ne rallenta la corsa e genera emozione e poesia.
Le immagini si formano sulla retina, sulla pellicola o sul sensore di una macchina fotografica.
Le immagini di Rosaria si sono formate prima nel suo cuore, le ha fatte sue in un solo istante, le sono piaciute, l’hanno emozionata, ha deciso di voler comunicare agli altri queste sue emozioni, ed ecco partito il “clik” della sua macchina fotografica.
Si percepisce, guardando le immagini, ben distribuite nei vari ambienti e nei vari livelli del palazzo, la voglia di comunicare, di trasmettere, la sua osservazione particolare, del quotidiano e dell’eccezionale, la sua prontezza a fermarlo per riproporlo, carico di infinite sfumature emotive.
A presentare la mostra è stato chiamato Vito Signorile, noto regista e attore Barese, il quale ha sottolineato prima la sua ammirazione per lo stupendo luogo, poi ha voluto, in poesia, trasmettere l’emozione scaturita dalla visione delle immagini.
“Solitudine passeggia sul lungomare sotto la pioggia riparandosi (e mascherandosi) sotto il rosso protettivo di un ombrellino. Da bambina gli faceva compagnia una gabbianella mentre lei costruiva felice i suoi castelli sulla sabbia sognando principi azzurri su cavalli alati. Ora si lasciava affascinare da gente di mare, il volto e le mani disegnati dalla salsedine e dal sole, alle prese con reti e pescato. Verso la rotonda incontra Nostalgia che guarda chiese e torri e castelli e borghi che sembrano d’altri tempi e barche pronte a fughe romantiche o lenti viaggi verso Ignoto mai avaro di fascino.
C’è una misteriosa eco che attrae verso il Teatro, dove i sogni si costruiscono partendo da chiodi, legni e teli. La bimba che costruiva castelli di sabbia forse aveva conosciuto altri costruttori di castelli proprio lì in quel Teatro dove entrava trepidante, in compagnia di Solitudine e Nostalgia. Affascinata da Attori che rivivono con passione vite che non gli appartengono. Ammaliata da Danzatori che regalano sensualità. Inebriata dalla Musica di straordinari Jazzisti. In prima fila, osservatrici attente e silenziose, erano sedute anche Discrezione e Sensibilità. Le quattro amiche applaudirono lo spettacolo con convinto trasporto ma non sfuggì loro l’applauso (che era un’attesa) e il sorriso (che era una promessa) di quella bimba. “Come ti chiami?” Le chiesero. “Rosaria” rispose la bimba incuriosita. Le regalarono una macchina per fermare i sogni e insieme si avviarono verso il lungomare dove gabbiani e gabbianelle svolazzavano felici sotto la pioggia e sfidavano gli spruzzi biancosalati di onde invidiose.” (Cit. Vito Signorile)
Rosaria Pastoressa, nata il 27 marzo 1966 a Bari, ragioniera, ha lavorato per venticinque anni in un’azienda privata. Nel dicembre 2011 ha iniziato una nuova vita, approfondendo la sua antica passione per la fotografia al punto da farne un’attività che oggi svolge a tempo pieno.
Ha seguito il suo primo corso di fotografia con Alessandro Cirillo, professionista autorevole e, nel contempo, ha conosciuto fotografi di professione come Franco Fontana, Nino Migliore, Olivo Barbieri ed altri che, in un interscambio di idee, suggerimenti e confronti, continuano a farla crescere sotto tutti gli aspetti, sia tecnici sia umani.
La mostra è stata promossa dal Comune di Cassano delle Murge, ed organizzata da EDI Media Communication, in collaborazione con Enkomion – rivista trimestrale di Storia Letteratura e Arte e con la casa editrice Messaggi edizioni.
orari al pubblico dal 23 ottobre – 16 novembre 2014
lunedì – sabato, ore 9.30 – 12.30 / ore 17.30 – 21.00
domenica, ore 17.30 – 21.00