Continua la quinta edizione della kermesse di Arti Sceniche, Visive e Letterarie “Hermes on Streets Autumn’s Festival”, promossa, dal 30 settembre al 30 ottobre, dall’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus, in collaborazione con il Cantiere Maggese, la ProLoco di Taranto e numerose altre associazioni, al fine di riscoprire, valorizzare e conservare la memoria storica locale, educare le nuove generazioni (e non solo) alla bellezza, alla diversità e allo sviluppo sostenibile, attraverso mostre di arte visiva, reading, recital, proiezioni, lectio magistralis, presentazioni di libri, escursioni, happening e concerti.
Laboratorio di Teatro-Danza
Mercoledì 22 ottobre alle ore 15.30 nuovo appuntamento, presso il Teatro dei Baraccamenti Cattolica – gestiti da Officine Tarantine e siti in Via Di Palma a Taranto – con il laboratorio di teatro/danza ispirato a Pina Bautch, coreagrafa tedesca Pina Bausch, geniale regista della danza è considerata la madre del teatrodanza europeo. Il corso è tenuto dalla danzatrice Simona Tempesta, fondatrice del gruppo Tarantanz, e Luigi Pignatelli, attore, drammaturgo, poeta e acting coach, fondatore della Compagnia Teatrale Hermes, di Progetto Strambopoli e de Il Circo della Magna Grecia. Per info e iscrizioni al corso, che pervede una lunga serie di performance nel corso della stagione teatrale, rivolgersi al +39 346 622 6998.
“Non c’è un solo coreografo che non sia stato influenzato da Pina in questi ultimi trent’anni”, ha detto recentemente l’eccentrico coreografo belga Alain Platel, che non è certo il solo a ribadire la genialità dell’artista tedesca. Tra i tanti riconoscimenti tributati, tra i più recenti il Leone d’Oro alla Carriera, consegnatole nel giugno del 2007, con questa motivazione: “Pina Bausch è un’artista che ha segnato una nuova via originale all’espressione scenica del corpo danzante e parlante, influenzando non soltanto la danza contemporanea, ma anche le arti ad essa contigue, mutandone gli orizzonti. La Bausch è una coreografa che ha innovato il teatro, rendendolo più che mai fisico e musicandone la drammaturgia: una regista che ha firmato montaggi sapienti di passi, suoni e testi per raccontare con la danza storie di persone, di individui, di vite, raggiungendo un pubblico tanto numeroso e vario, come la danza non aveva mai incontrato prima”.
Pignatelli legge Grotowski
Presso il Cantiere Maggese, laboratorio urbano patrocinato da Regione Puglia e Comune di Taranto, nella struttura che ospitava la Chiesa di San Gaetano, sull’omonimo slargo, nel cuore del centro storico, tra Via Garibaldi e via Cava, a partire dalle ore 17.00 c’è la consueta attività di accompagnamento allo studio per i piccoli isolani, a cura di Isabella Convertino, Luigi Pignatelli e altri volontari della Cooperativa Carisma e dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus, che ogni giorno dal lunedì al venerdì coadiuvano gli studenti nello svolgimento dei compiti e nell’educazione alla lettura e alla ricerca. Il percorso si arricchisce di una collaborazione istituzionale: il martedì e il giovedì mattina, nell’ambito delle attività di sportello del Centro di Ascolto LGBTIQ presso la Biblioteca Comunale Acclavio, sita in Via Salinella, i bambini hanno modo di conoscere il Palazzo della Cultura e di scoprire la bellezza, il profumo, le sensazioni tattili legate ai libri e alle infinite possibilità di creazioni che il rapporto con questi genera.
Alle ore 19.00 torna il percorso di scrittura e drammatizzazione “Sulla rotta di Artaud”, coordinato dall’acting coach Luigi Pignatelli, rivolto sia a chi intende intraprendere seriamente lo studio delle tecniche di interpretazione, sia a chi vuole semplicemente mettersi in gioco e sperimentare nuovi metodi di ricerca e di comunicazione. Per info e iscrizioni, rivolgersi al +39 346 622 6998.
Alle ore 20.00 l’Hermes Academy Onlus propone, presso la struttura in Via Cava appartenente al circuito Cantiere Maggese, il nuovo appuntamento del ciclo di happening “Il Profumo di un Libro”, nell’ambito del quale l’attore Luigi Pignatelli darà lettura di alcune pagine dell’opera Per un teatro povero di Jerzy Grotowski. La partecipazione è libera e gratuita.
“Eliminando gradualmente tutto ciò che è superfluo, scopriamo che il teatro può esistere senza trucco, costumi e scenografie appositi, senza uno spazio scenico separato (il palcoscenico), senza gli effetti di luce e suono, etc. Non può esistere senza la relazione con lo spettatore in una comunione percettiva, diretta. Questa è un’antica verità teoretica, ovviamente. Mette alla prova la nozione di teatro come sintesi di disparate discipline creative; la letteratura, la scultura, la pittura, l’architettura, l’illuminazione, la recitazione…”
Grotowski fu un rivoluzionario nel teatro perché provocò un ripensamento del concetto stesso di teatro e del suo scopo nella cultura contemporanea. Una delle sue idee chiave è la nozione del teatro povero. Con questa espressione egli intendeva un teatro in cui la preoccupazione fondamentale fosse il rapporto dell’attore con il pubblico, non l’allestimento scenico, i costumi, le luci o gli effetti speciali. Nella sua ottica queste erano soltanto delle trappole che, se potevano intensificare l’esperienza teatrale, non erano però necessarie ai fini del nucleo del messaggio che il teatro doveva generare. Povero significava l’eliminazione di tutto ciò che non era necessario e che avrebbe lasciato l’attore spogliato e vulnerabile. Applicando questo principio al suo laboratorio in Polonia, Grotowski si disfece di tutti i costumi e dell’allestimento scenico e preferì lavorare con allestimenti completamente neri e con attori che indossavano costumi di prova totalmente neri, almeno nel processo di prova. Fece eseguire agli attori rigorosi esercizi, in modo che assumessero il totale controllo dei loro corpi. L’importante per Grotowski era cosa avrebbe potuto fare l’attore con il suo corpo e la sua voce senza aiuti e unicamente con l’esperienza viscerale con il pubblico. In questo senso sovvertì le tradizioni dei costumi esotici e degli allestimenti scenici sbalorditivi che avevano guidato la maggior parte del teatro europeo a partire dal XIX secolo. Ciò non significa che nelle esibizioni teatrali pubbliche egli trascurasse completamente le luci e gli allestimenti, ma che questi ultimi erano secondari e tendevano a fungere da complemento alla già esistente eccellenza degli attori.
Grotowski, dopo la scrittura e la pubblicazione della sua opera, acquisì notorietà e ricevette numerosi inviti a lavorare nelle più importanti scuole di arte drammatica, compagnie teatrali e università in Europa e in America. Molti di questi inviti egli li rifiutò, preferendo, invece, restare con i suoi attori nel suo piccolo ‘laboratorio’, in una relativa oscurità.
La sua lezione ha influenzato gran parte del teatro italiano contemporaneo, soprattutto la cosiddetta area della ricerca: dai maestri degli anni settanta-ottanta come Leo De Berardinis,ai più giovani Roberto Latini, Danio Manfredini, Andrea Rossetti.