Di Francesca Tomei
Approfitto di questa rubrica per affrontare un argomento che mi sta molto a cuore e sul quale ricevo
continuamente domande ed affermazioni da parte di chi ne sa tutto (scusate l’ironia!). Questo si
verifica soprattutto quando si parla di cani…ebbene si, la domanda che nasce spontanea, il dubbio
amletico del proprietario è…sono il suo capobranco? Ci sono poi le varianti:…Il mio cane è
dominante?… Come posso fargli capire chi comanda tra me e lui?…e via dicendo!
Partendo dal presupposto che, essendo il cane un animale sociale che intende l’organizzazione del
gruppo strutturata secondo una gerarchia, non possiamo da questo dedurre che necessariamente il
nostro amico a quattro zampe viva continuamente tentando di affermare la propria superiorità. Non
credo che i nostri cani abbiano come principale obiettivo nella loro vita quello di ribaltare i ruoli e
le posizioni sociali facendo “scendere” gli uomini ad un rango più basso.
E’ vero, si, che in un gruppo ben organizzato esistono posizioni sociali e ruoli vari che spesso sono
abbastanza definiti, ma il concetto di dominanza non può essere definito come semplice
affermazione di superiorità. Ed inoltre il concetto di dominanza non può esser considerato come
assoluto, ma può mutare al variare di molti fattori.
Il cane deriva, come specie, dal lupo, anche se, dopo migliaia di anni le due specie si sono molto
diversificate ed il cane (fatta eccezione per alcune razze, fortemente gerarchiche) ha perso molto del
carattere lupino, è diventato molto più docile ed in grado di fidarsi ed affidarsi all’uomo.
Vorrei, però, precisare che anche l’organizzazione del branco di lupi non corrisponde a quello che si
racconta nelle favole o è radicato nella cultura/convinzione umana, quest’ultima difficile da mettere
in discussione a causa di un’atavica credenza di superiorità umana, che a questo punto credo sia
insita nel nostro DNA!
Gli studi recenti, effettuati tramite l’osservazione di branchi di lupi in natura, hanno evidenziato che
i “capobranco” non sono quelli che si impongono con la violenza, ma, udite udite!, i genitori dei
cuccioli, in sostanza i capostipite…e c’è anche una logica in questo.
Innanzitutto i genitori ricevono, in maniera naturale in virtù del loro ruolo, il riconoscimento della
loro posizione sociale: sanno procurare cibo, sanno proteggere, sanno trovare un posto sicuro dove
ripararsi e nascondersi, sanno cacciare, sanno elaborare strategie, sanno educare e giocare e, quando
serve, rimproverare. In sostanza provvedono a soddisfare i bisogni del branco e dei cuccioli,
mantenendo un equilibrio di benessere generale. Insomma, credo che i cuccioli li vedano come tipi
fighissimi, carismatici, un pò come degli idoli! E già questo potrebbe bastare per far cadere la
convinzione che il capo è chi si afferma, imponendosi, con la forza e la violenza. Per entrare in
relazione con una specie è necessario conoscerne a fondo l’etogramma (l’insieme dei comportamenti
di specie), le modalità comunicative ed il modo di vedere ed interagire col mondo.
Dovremmo anche tener conto del fatto che la violenza, le aggressioni (attuate solo in situazioni
contestualizzate, ad esempio nella ricerca del cibo, nella difesa del territorio e dei componenti del
branco) rappresentano un grande svantaggio evolutivo: in natura l’obiettivo principale degli esseri
viventi è la trasmissione dei propri geni, al fine di tramandare la specie. Immaginiamo, invece,
continue lotte, battaglie, aggressioni per la supremazia…ne deriverebbe una decimazione (per morte
o ferimento), ed i soggetti in grado di riprodursi sarebbero pochi. La conseguenza sarebbe
l’estinzione della specie…e questo sarebbe precisamente il contrario dell’obiettivo evolutivo.
Ne consegue, così, che il concetto di dominanza, umanamente inteso come affermazione tramite
imposizioni, lotte ed aggressioni, crolla. Anzi dovrebbe crollare…ma realisticamente mi vedo
costretta ad affermare che non è così. Per l’uomo è talmente difficile accettare che il rapporto con il
cane e con gli animali in genere possa essere basato su regole che non hanno nulla a che vedere con
il predominio, la supremazia.
L’uomo sembra avere il bisogno di sentirsi il capo, il leader, il capobranco… e quale animale, se non
il cane che da millenni convive con noi, offre la possibilità di appagare il bisogno di gratificare il
nostro ego?Nel dare la definizione di dominanza mi piace intenderla come la capacità di gestire le risorse. In
sostanza è quello che fanno i genitori lupo ed i genitori cani. Le risorse sono il cibo, il gioco, lo
spazio da occupare, le uscite, le interazioni sociali (giochi, coccole). Le risorse sono per noi lo
strumento per organizzare e gestire il branco (o gruppo misto), per avere credibilità agli occhi dei
nostri cani, per diventare “fighissimi”, perchè in noi troveranno tutto quello di cui hanno bisogno,
noi sappiamo soddisfare tutti i bisogni, noi siamo l’isola felice, il posto più bello del mondo, i
soggetti più interessanti…e sarà naturale per i nostri cani tornare al nostro richiamo, restarci accanto
in passeggiata, collaborare con noi. Ma attenzione, il leader non è solo chi detiene le risorse. Un
vero leader è chi sa essere coinvolgente, propositivo e sa concedere. Deve permettere al cane di fare
il cane! Consentendogli di appagare quelle che sono le motivazioni ed i bisogni specie specifici. Un
leader non è chi tiene legato e vincolato a sè un altro soggetto. In realtà è chi permette anche di
allontanarsi, di sperimentare, di sbagliare.
Se intendiamo il rapporto col cane in questo modo, possiamo stare certi che nel momento in cui
chiederemo di fare o non fare qualcosa, il cane accetterà la nostra decisione, perché si fida di noi,
perché sa che in noi troverà la sicurezza.
So che il mio discorso può sembrare strano, assurdo e di difficile realizzazione. Molti dubiteranno
dell’efficacia del mio pensiero. Eppure garantisco che non ho mai alzato una mano sui miei cani,
non ho mai utilizzato strumenti che potessero creare fastidio, dolore, inibizione, stress. Ed i miei
cani (al momento sono 3) sanno benissimo chi è il leader. Anzi, preciso che non amo la definizione
di leader. Preferisco la parola Guida. Si, per loro io sono una guida, la sicurezza, il conforto, il
divertimento, la soddisfazione dei loro bisogni, l’appagamento delle loro motivazioni, in sostanza la
cosa di maggior valore. In questo modo, e sottolineo solo in questo modo, si crea un rapporto di
fiducia, amicizia, collaborazione. Qualcuno mi ha accusata di umanizzare i cani perché li rendo
miei amici. In realtà faccio tutto l’opposto, non li umanizzo, in primis perché li conosco a fondo,
conosco le differenze che esistono tra le due specie (uomo e cane) e garantisco ai cani la possibilità
di sentirsi tali. Conosco la loro comunicazione e comprendo quello che mi “dicono” senza l’uso
della parola. Riesco a farmi capire perché adatto il mio essere umano ad un essere diverso,
aprendomi alla diversità, all’alterità animale. I miei cani questo lo sanno bene, così come lo sanno i
cani dei proprietari che seguo. Il rapporto migliora, cresce, si evitano malintesi, che sono alla base
di innumerevoli problematiche. I miei cani sono cani ed io sono umana, ma nonostante questo
abbiamo una complicità, un affiatamento che non nasce da prove di forza, imposizioni ed inibizioni.
Esistono anche i no tra noi, come è normale che avvenga, non si vive in anarchia, ma so che loro si
affidano a me, perché per ogni no ci sono tantissime cose belle e positive insieme.
Ed il nostro rapporto è intenso, coinvolgente, piacevole ed appagante. I miei cani non mi
tradirebbero mai e sono sempre leali nei miei confronti, perché io per prima lo sono verso di loro.
A me piace essere la scelta dei miei cani, non un obbligo! E veramente auguro a tutti i proprietari di
instaurare un rapporto in questo senso, perché è solo così che ci si sente parte di un branco
Francesca Tomei Istruttore Cinofilo e Presidente di “Divertirsi a 6 zampe Associazione
Sportiva Dilettantistica”