di Enzo Carrozzini
Mediante il DL. n135/2012 e successive modificazioni inerente l’abolizione delle provincie e l’istituzione di due nuovi livelli intermedi di amministrazione del territorio, come Città Metropolitana e Enti di secondo livello, il Legislatore ha tentato di rimediare ad una serie di anomalie che sovrintendevano le vecchie Istituzioni non ultima l’eccesiva onerosità dei costi del personale politico impegnato in esse. Bari è diventata Città Metropolitana e si avvia ad assumere un ruolo che, necessariamente, dovrà essere di sintesi di tutte le politiche riguardanti il territorio della ex provincia, atteso le realtà locali di ciascun comune peculiari e ben differenti tra loro. Una sfida importante che , nel periodo di transizione vedrà Antonio Decaro , Sindaco di Bari, assumere la guida della Città Metropolitana, coadiuvato da un Consiglio Metropolitano che sarà eletto,il 28 Settembre prossimo, dalla platea di Sindaci e Consiglieri Comunale dei 41 Comuni facenti parte del territorio della ex Provincia. Nell’ambito dei partiti si discute il ruolo che la Città Metropolitana espleterà, in un quadro che non potrà più essere limitato , come nel passato, alle singole entità facentivi parte, con annesse e connesse vicende di contrapposizioni, individualismi e gelosie campanilistiche, ma seguito nell’ ottica di una visione più ampia tesa a risolvere ogni sorta di problematica riguardante lo sviluppo del territorio a partire dal punto di vista infrastrutturale a finire quello dei diritti e dei bisogni. In questo senso l’elezione del personale politico che andrà a servire quell’Istituzione non può assumere la figura di mera rappresentanza pleonastica all ‘insegna del “posizionamento di bandierine” , bensì sia espressione e sia latore dei bisogni di tutto il territorio, perché , come sempre, l’impresa della nuova realtà Istituzionale resta sempre l’agognato raggiungimento del suo sviluppo armonico.
Riceviamo e pubblichiamo documento redatto dai Capogruppo Consiliari del Partito Democratico di Monopoli, Gioia del Colle e Puignano.
Città Metropolitana: ripartiamo dai territori
Con la nascita imminente della Città Metropolitana di Bari e la contemporanea archiviazione della Provincia omonima (in nulla differente per articolazione e perimetro) non si realizzerà una modificazione solo esteriore della geografia istituzionale pugliese, ma si avvierà la costruzione di un ente intermedio destinato a fare sintesi di tutte le politiche inerenti lo sviluppo del territorio, l’infrastrutturazione materiale e immateriale, nonché la gestione dei servizi al cittadino.La Città Metropolitanainvaderà settori dell’amministrazione che i Comuni, a tutt’oggi, custodiscono gelosamente; potrà assolvere funzioni che lo Stato ola Regionedovessero decidere di delegarle; potrà intercettare e convogliare risorse economiche di provenienza europea; e poi, inevitabilmente, sposterà verso il suo centro politico il punto di vista sulle problematiche dell’intero bacino. Nonostante competenze e potenzialità così ampie, l’unico suo organo politico elettivo sarà il Consiglio Metropolitano, dal momento che, nel primo quinquennio, la carica di Sindaco spetterà di diritto al Sindaco di Bari, e chela Conferenza Metropolitana(dai poteri solo apparentemente consultivi) riunirà i Sindaci pro tempore dei diversi Comuni. La composizione del Consiglio, d’altro canto, non sarà determinata dal voto diretto dei cittadini, ma dalla volontà di un corpo elettorale di secondo grado, quello costituito dalla totalità dei Sindaci e dei Consiglieri Comunali.
Con queste premesse sarebbe già facile concludere che l’istituzione della Città Metropolitana darà luogo ad una sensibile riduzione degli spazi di partecipazione democratica. Le modalità concrete attraverso cui si compirà il processo di selezione della rappresentanza all’interno del Consiglio diranno, però, se il nuovo ente amministrativo sarà un luogo in cui potranno comunque confrontarsi esigenze e specificità di tutti i territori metropolitani o se, piuttosto, sarà solo la vetrina di un rituale partitocratico. Il rischio che alla fine, anche nell’area del PD, prevalga la seconda opzione va evitato. Così come va evitato un metodo che indirizzi verso tale epilogo: riunioni plenarie degli amministratori locali dalle finalità tanto protocollari, quanto effimere; estrema parsimonia nella socializzazione interna delle informazioni ed estrema prudenza nella comunicazione esterna degli orientamenti; zero contatti con la periferia; nessuno sforzo di valorizzazione del potenziale elettorale secondo obbiettivi ispirati al criterio territoriale. Chi milita nel PD con ruoli di responsabilità, sapendo di essere osservato e giudicato dalla gente, vorrebbe non praticare la tradizionale disorganizzazione organizzata, in conseguenza della quale a dire l’ultima parola su alleanze, strategie e composizione delle liste sarebbero, a tavolino, i soliti due o tre nomi noti.
Intanto, noi pensiamo che sia sbagliato affrontare le elezioni per il Consiglio Metropolitano nella maniera in cui si affronterebbe una competizione congressuale; che sia necessario sostituire al gioco, pur legittimo, delle correnti politiche, il gioco dei territori, ognuno portatore di bisogni vitali e altrimenti inesprimibili; che, almeno in questo caso, la tentazione delle decisioni calate dall’alto debba lasciare il posto alle indicazioni provenienti dal basso. Altresì pensiamo che, una volta allestita la lista democratica secondo questi princìpi, sarebbe ottima pratica democratica prevedere meccanismi di turnazione nelle cariche, che consentano davvero ad ogni realtà della dismessa Provincia barese di riconoscersi nell’albeggiante Metropoli. Sappiamo che si tratta di idee difficili da realizzare, soprattutto in una fase in cui altre e più importanti urgenze elettorali inducono il partito a polarizzarsi fra le sue molte anime, ma dal nostro osservatorio, che è quello attento ed esigente del cosiddetto Sud-Est, vediamo anche come siano utili a fondare il progetto istituzionale della nuova Città sulle basi di una più autentica rappresentatività.
Michele Suma (Capogruppo PD Monopoli)
Vito Ludovico (Capogruppo PD Gioia del Colle)
Giacomo Polignano (Capogruppo PD Putignano)