di Enzo Carrozzini
La segreteria provinciale Ionica del Partito Democratico ha decretato l’espulsione di Cosima Farilla Angelo Notarnicola e Stefano Fabbiano, rispettivamente Vice Sindaco e Consiglieri al Comune di San Giorgio. La decisione è stata assunta in seguito alla dichiarata auto sospensione dei tre consiglieri nel Gennaio scorso, all’indomani della celebrazione del Congresso che aveva decretato il cambio di segreteria. Ricordiamo che i consiglieri denunciavano divergenze con la linea politica della nuova segreteria culminate con la dichiarazione da parte di quest’ultima di avvenuta frattura col gruppo Consiliare. A Fine Luglio è arrivato il redde rationem del provvedimento che espelle i consiglieri.
“Il provvedimento di espulsione formulato dal segretario provinciale rappresenta un atto di censura, come nelle migliori dittature, nei nostri confronti, ma soprattutto un messaggio chiaro a chi come noi rappresenta l’altro, il nemico da debellare: o siete con noi o siete fuori. Ma noi non saremo mai come ci volete voi”. Così i consiglieri espulsi hanno commentato la decisione, giustificando il loro comportamento alla luce delle “compravendite di tessere e l’acquisto di pacchetti preconfezionati, che ha caratterizzato gli ultimi due anni la vita politica del circolo Pd di San Giorgio specie a ridosso del congresso locale”. Le accuse dei consiglieri non lasciano adito a interpretazioni di comodo, quando ricordano di aver tentato in ogni modo di ostacolare quelle pratiche denunciando la Segreteria Provinciale di non aver ripristinato “le regole della democrazia”, introducendo anzi il provvedimento da tribunale dell”inquisizione” con l’unisco scopo di “far fuori Fabbiano e quel gruppo di giovani che hanno avuto un gran consenso nelle votazioni comunali e che non rappresentano la loro corrente”.
Divergenze politiche insanabili alla luce dei fatti, che non lasciano presagire nulla di buono in seno al partito di maggioranza e che ne ingrigiscono l’immagine, atteso la dichiarata nuova stagione di cambiamento iniziata con la segreteria Renzi. Le frasi finali degli espulsi sono emblematiche:
“Se questo è il “nuovo” Pd, se questi sono i parametri di riferimento di una democrazia partecipativa preferiamo metterci da parte volontariamente, scegliendo il “vecchio” al “nuovo”, scegliendo l’onestà politica al principio che vuole un partito gestito solo con soldi e soldati; abbiamo una dignità e come tale non è in vendita”.