Di Nicola Lofoco*
Il sindaco di Roma Ignazio Marino continua ad essere bersaglio di innumerevoli polemiche. Recentemente l’ex sindaco di Roma Gianni Alemmano lo ha criticato per l’organizzazione del faraonico concerto dei Rolling Stones che si è tenuto al Circo Massimo, reo di aver concesso l’uso del Circo per “ pochi spicci”. Questo è stata solo l’ultima polemica che Alemanno ha fatto contro Marino, dato che è ormai più di un anno che i due vanno avanti sferrandosi accuse di ogni genere.
Attendendo la fine del mandato di Marino per essere in grado di giudicare in pieno il suo operato, credo sia utile tracciare un breve resoconto di quanto aveva fatto Alemanno per Roma. Eletto nel 2008, anno in cui sconfisse al ballottaggio Francesco Rutelli decretando l’inizio della profonda crisi politica in cui Rutelli è sprofondato subito dopo, Gianni Alemanno aveva promesso una città più sicura, più intraprendente e trasparente nell’ amministrazione. Sul fronte della sicurezza in città non era cambiato praticamente nulla. Da sempre la destra italiana si è vantata di essere l’unica parte politica a possedere l’ “ olio santo” per sconfiggere il problema della criminalità.
Come se le città governate dalla destra fossero sempre tutte limpide, perfette, dove è possibile camminare tranquillamente senza incontrare delinquenti per strada e vedere solo bambini che giocano con i palloncini colorati. Gli slogan di Alemanno facevano eco ad altre boutade di esponenti della destra italiana. Per primo vanno ricordati i tanto strombazzati “vigili di quartiere” promessi da Silvio Berlusconi nel suo “contratto con gli italiani” nell’ edulcorato salotto di Bruno Vespa a Porta a Porta nel 2001. E si, tanto strombazzati davvero.
Perché tranne qualche fugace apparizione nel 2002, questi vigili non si sono mai visti. Chi dei romani ne vede oggi uno nel proprio quartiere alzi la mano. Per non parlare della geniale idea dell’ ex ministro della difesa Ignazio Larussa , quando affermò che con il suo governo l’esercito sarebbe sceso in strada per affiancare le forze dell’ordine. Come se militarizzare le città fosse una soluzione. Una soluzione che non c è stata, dato che anche in quel caso vi sono state solo fugaci apparizioni dei militari per pochi giorni, poi assolutamente più nulla. Ma Alemanno insisteva, Roma era “ più sicura”. Forse la mattina si dimenticava di leggere le pagine di cronaca nera dei giornali. Bastava leggerle solo per pochi giorni per rendersi conto che Roma non era affatto più sicura di prima. E sul fronte della trasparenza la sua amministrazione non aveva fatto nessun passo in avanti.
Anzi, come i gamberi, si era andati progressivamente indietro, vedi i tanto discussi scandali di “parentopoli” e delle assunzioni facili all’ Ama. E chissà se nel 2010 aveva chiesto la stessa trasparenza al suo amico e referente in regione Franco Fiorito, incriminato e successivamente condannato dalla magistratura con la pesante accusa di peculato e di essersi appropriato indebitamente di denaro riservato alle attività di partito. Ora Alemanno è all’opposizione in Capidoglio e critica ferocemente la nuova amministrazione. Forse prima di farlo dovrebbe ricordarsi del vecchio detto: “ da che pulpito vien la predica”.
*Giornalista e Blogger (segui il blog www.nicolalofoco.com)