di Gianbattista Tagliani
Il lietmotiv della crisi iniziata con lo scoppio della bolla immobiliare in USA e arrivata in Europa nel 2008, la ragione che la rende, una vera crisi, tanto spaventosa, è l’assenza di obiettivi, di progetti di qualcosa da raggiungere, conquistare nel futuro prossimo. Un simile presupposto è sorgente naturale di interrogativi e riflessioni. L’approccio non è scientifico ma alimentato da mera curiosità. Quale domani attende la specie umana.
Darwin, il primo dei curiosi sviluppò una teoria, la teoria evoluzionistica e nello specifico la teoria della selezione naturale. Da Wikipedia; “la selezione naturale è il fenomeno per cui organismi della stessa specie con caratteristiche differenti ottengono, in un dato ambiente, un diverso successo riproduttivo; di conseguenza, le caratteristiche che tendono ad avvantaggiare la riproduzione diventano più frequenti di generazione in generazione. Si ha selezione perchè gli individui hanno diversa capacità di utilizzare le risorse dell’ambiente e di sfuggire a pericoli presenti (come predatori e avversità climatiche); infatti le risorse a disposizione sono limitate, e ogni popolazione tende ad incrementare la sua consistenza in progressione geometrica, per cui i cospecifici competono per le risorse (non solo alimentari).
La selezione, dal canto suo, non può introdurre nella popolazione nessuna nuova caratteristica: tende anzi ad uniformare le proprietà della specie.
Solo grazie a sempre nuove mutazioni la selezione ha la possibilità di eliminare quelle dannose e propagare quelle (poche) vantaggiose. L’evoluzione è quindi il risultato dell’azione della selezione naturale sulla variabilità genetica creata dalle mutazioni (casuali, ovvero indipendenti dalle caratteristiche ambientali). L’azione della selezione naturale e delle mutazioni viene analizzata quantitativamente dalla genetica delle popolazioni.
E’ anche importante sottolineare che la selezione è controllata dall’ambiente, che varia nello spazio e nel tempo e comprende anche gli altri organismi.
Le mutazioni forniscono perciò il meccanismo che permette alla vita di perpetuarsi. Infatti gli ambienti sono in continuo cambiamento e le specie scomparirebbero se non fossero in grado di sviluppare adattamenti che permettono di sopravvivere e riprodursi nell’ambiente mutato”.
Dunque questo è quanto all’evoluzione genetica delle specie. E quella relativa ai comportamenti degli individui?
Jurgen Habermas ha cercato comprenderne i meccanismi e di applicarli alla realtà. Ancora da Wikipedia;la teoria habermasiana contiene una logica dei livelli di sviluppo dell’umanità. Si possono distinguere tre livelli di sviluppo. Si può affermare che tanto più il “sistema” si forma differenziando se stesso e aumentando la propria complessità tanto maggiore sarà la colonizzazione della Lebenswelt (“mondo vitale”) da parte del “sistema”, e tanto più gli uomini interiorizzeranno le imposizioni eteronome e sociali come imposizioni autonome individuali – nel senso indicato da Norbert Elias.
Società tradizionali, sono quelle nelle quali la Lebenswelt non si è ancora separata dal “Sistema”. Questo significa che le società si riproducono secondo delle modalità nelle quali per esempio la divisione del lavoro non è particolarmente avanzata.
Nel secondo livello, che dal punto di vista storico va dalla riforma protestante fino all’industrializzazione, il “Sistema” si sviluppa al di fuori della Lebenswelt. Con “Sistema” Habermas intende contemporaneamente sia lo stato burocratico che il mercato. “Potere” e “Denaro” sono i media (in senso cibernetico da intendere come mezzi di controllo) di controllo del “Sistema” che costringono gli uomini a seguire una determinata logica di azione.
Nel terzo livello secondo Habermas i conflitti tra “Sistema” e Lebenswelt emergono chiaramente: “Oggi gli imperativi economici e amministrativi trasmessi attraverso il potere e il denaro si introducono, in altri ambiti che in un certo qual modo vengono danneggiati se si rimpiazza l’agire orientato all’intesa (agire comunicativo) con queste interazioni orientate in modo strategico (agire strumentale) dai media potere e denaro. Habermas si riferisce in questo caso alle Società Industriali.
Sintetizzando dunque si ha evoluzione per selezione naturale quando, in un contesto Lebenswelt alcuni individui mostrano di avere superiori capacità riproduttive, di sopravvivenza ad avversità o ad attacchi predatori.
Ma che tipo di evoluzione per selezione ci può essere nel terzo livello Habermasiano? Cosa ci aspetta in futuro? Oggi le caratteristiche determinanti la superiorità di un individuo rispetto ad un altro possono essere artefatte (basti pensare alla possibilità di “customizzare” il proprio corpo con terapie, chirurgie, implantologie ecc), sono un prodotto commerciabile e sono sostanzialmente “inutili”. L’essere umano infatti è in cima alla catena alimentare, ha sviluppato tecnologie per neutralizzare il clima (l’uomo vive sempre di più in un micro clima universale climatizzato, indipendentemente da in quale punto del globo si trovi) ed ha ottimizzato procedure per favorire la riproduzione tanto che oggi si riproducono soggetti che solo 30 anni fa non avrebbero neanche potuto pensare di farlo (donne ultra 50 enni e coppie omosessuali tanto per citarne due). Il paradosso della contemporaneità si riscontra poi in situazioni paradigmatiche come quella dell’uomo più potente del mondo, il presidente degli USA, che disponendo delle migliori tecnologie, di infinite risorse umane e tecniche, finisce per non “saper far nulla” perché in tutto ciò che esula dal decidere qualcosa o su qualcosa, il Presidente è sostituito/assistito da assistenti o consulenti umani e o informatici.
Ora dunque i fattori rilevanti per l’evoluzione sono quelli del “Sistema” Habermasiano.
Come saranno le generazioni future?
* Giornalista e Blogger ( SEGUI IL BLOG www.theghyan.blogspot.it)
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