di Enzo Carrozzini
Nuovo corso all’emittente Radio televisiva pubblica a seguito del dimagrimento finanziario a suon di Milioni di euro preannunciato dal Governo di Matteo Renzi? Lo scopriremo solo vivendo. Intanto le condizioni del servizio pubblico continuano a languire non soltanto finanziariamente per la compressione della raccolta pubblicitaria dovuta alla crisi, ma anche alle ingerenze politiche che ne hanno condizionato per tanti anni i piani industriali , al punto da imporre alla guida del “Cavallo Morente” nomine di manager non tanto esperti di radio e televisione e ,verosimilmente, più dediti all’acconciamento, in barba alle regole del mercato, dei desiderata provenienti dai loro protettori politici, determinando la soppressione di programmi radiofonici e televisivi di successo, mandando casa fior di professionisti , artisti e giornalisti dalla schiena dritta, provocando emorragie di ascolti a favore delle emittenti concorrenti. Il grande Dario Fo, non si è salvato da questa regola, soltanto che i desiderata sette anni orsono arrivarono da Oltre Tevere, e bissarono l’epurazione che il premio Nobel subì già negli anni 60 assieme alla moglie,compagna di una vita d’amore, di arte e politica, l’indimenticabile Franca Rame, allorquando chiamati a condurre “Canzonissima” , il programma seguitissimo del sabato sera, impostarono i loro Sketch parlando della vita degli Italiani, riuscendo a dribblare i tagli della censura, (ma oggi esiste ancora solo che è più ficcante e si nasconde dietro l’eufemismo della mancanza di ascolti..), ma le cose precipitarono non appena portarono in scena il pianto di una madre che vide il figlio ucciso dalla mafia, o quando parlarono di un operaio morto sul lavoro. Ne ha trattato ieri con un articolo sul Fatto Quotidiano, Jacopo Fo, e l’occasione è opportuna per continuare a diffondere la notizia che Dario tornerà in prima serata su Rai Uno alle 21,25 di Domenica 22 Giugno, per interpretare “Lo Santo Jullare Francesco”, un testo scritto vent’anni orsono nel quale affronta, nella sua condizione di non credente, questioni di fede e di mistero, cogliendo, poeticamente, tutta la meraviglia e lo stupore che l’osservazione della bellezza della vita e del mondo riesce a suscitargli. Ricordiamo che il Nobel ritorna alla Rai in prima serata dopo la serie di spettacoli dedicati ai grandi pittori italiani, perché nel corso della preparazione della pièce dedicata a Giotto, da eseguire sul sagrato della Basilica di San Francesco ad Assisi, “osò” affermare che i dipinti conservati nella Basilica superiore non fossero stati eseguiti dal Maestro Fiorentino, provocando le reazioni sdegnate dal Vescovo , il conseguente blocco di lavori e allontanamento dai palinsesti televisivi. Non sappiamo se il corso impresso dalla rinnovata azione pastorale di Francesco “il papa che viene dall’altra parte del mondo”, abbia determinato il riavvicinamento di Fo alla Rai, sappiamo che Dario segue con attenzione Bergoglio perché al Papa “gli ha preso la smania di fare il cristiano” scrive narra Jacopo nel sopra citato articolo , sappiamo per certo però che non a tutti in Rai gradiscono il teatro in prima serata, e paventano (o auspicano?) una percentuale di seguito da prefisso telefonico , sebbene non siamo in periodo di garanzia di ascolti, ma si sa il dio Auditel è sempre in agguato, per poi dare spazio a “Carneade Cultura “ non sia mai…. E’ necessario che l’evento di domenica sera raggiunga almeno un 10 % di share affinché le cose possano cambiare per il teatro e la cultura generale in Tv, per questo ci associamo all’appello che Jacopo Fo invia dalle colonne del quotidiano e dalla sua Pagina sul Social Facebook, ed invitiamo i lettori, sebbene in periodo di calcio Mundial, a seguire e incantarsi col nostro “campione mondiale di cultura” ….
Fonte: Il fatto quotidiano;
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