EDUCAZIONE ALLA TEATRALITÀ PER GLI AMICI DI TERZA ETÀ – PROIEZIONI DI
CORTOMETRAGGI
Mercoledì 4 giugno, presso la sede dell’associazione ANTEAS, in Corso Umberto #144,
nell’ambito del progetto di educazione alla teatralità promosso da HERMES ACADEMY ONLUS e
ANTEAS, a partire dalle ore 17.00, continua il laboratorio di lettura, scrittura e
drammatizzazione tenuto dall’actor coach LUIGI PIGNATELLI, che vede coinvolti 20 uomini e
donne di terza età. Tutti i mercoledì si sviluppano incontri caratterizzati da esercizi di training,
proiezioni, dibattiti, workshop di scrittura creativa e di recitazione, lezioni di improvvisazione e
interpretazione e le prove per il saggio di fine corso, previsto, in sede, per l’ultimo mercoledì di
giugno e poi, presso il Teatro Tatà, in collaborazione con la scuola STUDIO DANZA di VENERE
TURI, sabato 28 giugno alle 21.00.
Nell’incontro odierno è prevista anche la proiezione del cortometraggio “Anomia”, opera
prima del regista romano FEDERICO PAOLINI, interpretato da FRANCESCO GIANSANTI & LUIGI
PIGNATELLI, prodotto da CGS – CINECIRCOLI GIOVANILI SOCIOCULTURALI e girato a Roma con
il patrocinio di ROMA CAPITALE.
3Eccone, in breve, la trama: Marco, giovane ventenne, studente di archeologia, conduce una
vita tranquilla, dividendosi tra amici, sport e università. Un giorno, con lo scopo di trovare un
lavoro su internet, si imbatte nel social network Facebook e si trova catapultato,
improvvisamente, in un mondo che non gli appartiene, in cui tutto gli appare troppo diverso
dalla sua realtà di vita.
“Il termine anomia, – spiega l’attore LUIGI PIGNATELLI – dal greco a (senza) e nomos (norma)
significa letteralmente assenza o mancanza di norme. Come è noto, le norme sono necessarie e
funzionali alla regolazione del comportamento sociale di individui o collettività (gruppi,
organizzazioni, istituzioni). Per il sociologo francese ÉMILE DURKHEIM, l’anomia è uno stato di
dissonanza cognitiva tra le aspettative normative e la realtà vissuta. Lo stato di anomia
definirebbe, in sostanza, una caratteristica del sistema culturale di riferimento (norme, valori e
tradizioni), in cui l’individuo si trova inserito e non la reazione a questo, quasi che l’anomia
rappresentasse in Durkheim l’antitesi della solidarietà sociale: da una parte la rappresentazione
di un gruppo, dall’altra, con lo stato di anomia, il suo disintegrarsi. Ed è proprio alle teorie di
Durkheim che si ispira il corto, una vera e propria denuncia dell’incomunicabilità figlia dei
social network, che nella rete virtuale imprigionano anime vaganti, annichilendo i sensi. Io
interpreto Daniele, colui che stravolge la vita di Marco, novello Dante che si ritrova a
percorrere un viaggio tra i gironi dell’Inferno del terzo millennio, la nostra stessa Terra, vittima
e carnefice di una realtà che ci imprigiona, ci governa, ci omologa. Io sono per Marco un
Virgilio lucido e asettico, lo conduco in un mondo di automi, in cui il virtuale diventa virtù e
l’oralità diviene proibizione. Ma, nell’assenza di norme, il terremoto dei tasti, lento, inesorabile,
produce calamità, il mouse impazzito balbetta frasi di dubbio senso e il display segnala
ripetutamente errore.” Nel cast artistico anche MATTEO MUZI, MARTINA MANCA, GIACOMO
VOLPE
Giovedì 5 giugno, per il ciclo “Cineforum”, l’Associazione Culturale Hermes Academy
Onlus, a partire dalle ore 21.00, invita i propri soci presso la sede in Via Oberdan #71, alla
proiezione di “Camera con vista”, film del 1986 diretto da JAMES IVORY, tratto dall’omonimo
romanzo di E. M. Forster. Il film – segnalato con otto nomination – è stato vincitore di tre premi
Oscar 1987 (migliore sceneggiatura non originale, migliore scenografia e migliori costumi). Nel
film recitano fra gli altri DANIEL DAY LEWIS, HELENA BONHAM CARTER, MAGGIE SMITH e JUDI
DENCH. Seguirà un dibattito. La partecipazione è libera e gratuita. È però necessario prenotare
al +39 346 622 6998.
Nel 1907, guardata a vista e scrupolosamente protetta da Charlotte, una solerte cugina zitella,
la giovane Lucy, appartenente a facoltosa famiglia inglese, viene a visitare Firenze e prende
alloggio alla pensione Bartolini, senza poter avere la promessa “camera con vista”. A cena gli
Emerson, due signori inglesi padre e figlio, offrono a Lucy di poter scambiare le camere per
esaudire il suo desiderio. L’incontro con il giovane George Emerson, di abitudini più libere,
incontrollato e un po’ stravagante, scombina la vita piuttosto compassata imposta a Lucy dalle
rigide usanze vittoriane della famiglia, e le offre un parametro di confronto nelle riservatissime
vicende sentimentali che seguiranno al rientro in Inghilterra, quando, fidanzata per iniziativa dei
suoi all’impeccabile e noioso Cecil Vyse, sta per spegnere nella convenzione-bene che le è
imposta la sua vivace spontaneità. A Firenze, nella “camera con vista” ritornerà in viaggio di
nozze, ma con George.
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