di Nicola Lofoco
Chi profetizzava per le elezioni europee il tracollo del Partito Democratico e la fine della leadership di Matteo Renzi è stato letteralmente colpito da un autentica doccia fredda. Il PD non solo risulta essere il primo partito italiano con oltre il 40% dei consensi , ma distacca il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo di oltre 18 punti percentuali. Un vero trionfo per Matteo Renzi, che ora non vede più pericolosi avversari politici con il fiato sul collo. Per analizzare la dinamica di questo voto e sul futuro della coesione interna al PD ecco quattro domande a Dario Ginefra, deputato democratico, che ci ha dato anche la sua opinione sull’esito del voto amministrativo nella città di Bari. Su cosa abbia determinato la vittoria del PD alle elezioni Ginefra parla con chiarezza: “Sicuramente è stata determinante la forte leadership di Matteo Renzi riconosciuta dalla stragrande maggioranza degli italiani. In secondo luogo l’avvio delle riforme ha dato certamente la tangibilità di quella che è l’azione di governo e di quella che è la concreta collaborazione parlamentare che era già iniziata con il governo Letta ha portato a risolvere una crisi istituzionale che non si era mai vista dal dopoguerra ad oggi. Vi è stata quindi la grande dimensione della proposta politica messa in campo. In terzo luogo possiamo dire che in questa competizione il PD ha avuto la “ squadra”, perchè vi è stata la compattezza dell’intero gruppo dirigente nei confronti di Matteo Renzi e questo ha premiato la riconoscibilità di un progetto che si presenta forte , credibile e ambizioso”.
Il governo Renzi è sostenuto anche con i voti decisi dei parlamentari dell’ NCD di Angelino Alfano. Un partito politico che alle elezioni amministrative si presenta invece coalizzato con il centrodestra. Crede questa contraddizione possa pesare sul futuro del governo ?
“Su questo argomento si era già espresso sin dall’inizio Matteo Renzi , cosi’ come lo aveva detto anche Enrico Letta. Tutti avevamo colto nelle parole di Bersani, subito dopo le elezioni del 2013 , una grande amarezza per non essere riusciti a dare vita all’inizio della legislatura ad un governo diverso. E la dimostrazione è stata la pronuncia della Corte Costituzionale sulla vecchia legge elettorale , che non era in grado di consegnare delle maggioranze omogenee né alla camera e tantomeno al senato. In ogni caso l’ NCD nell’ alleanza di governo con il PD non posso certo dire che viene “al traino”, ma si è abbastanza adeguato alla marcia che Matteo Renzi ha dettato alla coalizione. Aldilà di quella che è la composizione della maggioranza, nulla ha infatti impedito di portare l ‘NCD su alcune posizioni proposte dal PD, come quella dell’ abbattimento del cuneo fiscale che favorisce i lavoratori dipendenti . Questo a dimostrazione del fatto che in questa esperienza di governo il PD non si è snaturato assolutamente . Renzi esercita ora una forte leadership affinchè nel più breve tempo possibile si possa chiudere questi processo di riforme per capire cosa fare dopo. Bisogna tenere ora conto che il dato elettorale cosi’ corposo e sostanzioso nei confronti di Renzi in primo luogo ci fa comprendere la volontà dei cittadini italiani., che ci chiedono di andare avanti nel programma di riforme. Io personalmente non mi sento snaturato affatto nella mia identità di sinistra dopo questo accordo con l’NCD. L’impronta del Partito Democratico la si evince dalla linea politica che sta tenendo il governo. Certo se avessimo avuto sin dall’ inizio della legislatura la disponibilità del Movimento 5 Stelle probabilmente avremmo avuto ora un governo con caratteristiche politiche differenti . Anche se stiamo vedendo in questi giorni che Beppe Grillo sta cercando di dare una sferzata a destra al Movimento 5 Stelle, che sta provocando una reazione non certo positiva di alcuni colleghi parlamentari pentastellati ”
Per chi nel Pd, come lei, ha sostenuto in passato la mozione politica di Gianni Cuperlo deve ora continuare a collaborare attivamente con l’area renziana ?
“L’ elemento della collaborazione non è mai mancato ,neanche in campagna elettorale. Ad esempio sul DL lavoro con il ministro Poletti si è collaborato insieme senza avere approcci dogmatici. Da questo punto di vista credo non cambierà molto . Chi ha votato la mozione Cuperlo riconosce pienamente in Matteo Renzi la figura di segretario politico che rappresenta l’unità del partito. Le tensioni interne che si sono avute dopo la sua elezione a segretario sono state dovute al fatto che provenivamo da culture politiche diverse. Oggi trovo il risultato elettorale con questo significativo dato , che come ho già detto rispondendo alla prima domanda, è figlio anche di una piena collaborazione interna di tutto il partito . Il decisionismo del nostro segretario si sposa alla perfezione con quella che è la richiesta di riformismo degli elettori del PD che vogliono portare a casa il maggior consenso possibile . Penso si vada ora incontro ad una condivisione della linea politica di tutto il PD. D’altronde le dichiarazioni di tutti i leader del partito vanno in questa direzione. Personalmente spero che questa ritrovata unità del PD in occasione dell’ assemblea nazionale del 14 Giugno che sarà chiamata ad eleggere il successore di Gianni Cuperlo alla carica di presidente del partito vi possa essere un ulteriore ricerca di una forte unità di squadra al nostro interno. Personalmente sono permesso di individuare in questo ruolo la figura di Pierluigi Bersani, che nonostante le sue vicissitudini personali degli ultimi giorni non ha voluto far mancare il suo apporto alla campagna elettorale. La sua nomina sarebbe un gesto da parte di Renzi che chiuderebbe certamente ogni polemica, dopo esserci confrontati anche con toni duri sul futuro del Partito Democratico, un partito che è ora uscito nettamente vincitore dalle elezioni europee. Bisogna ora lavorare per mantenere l’unità interna del partito. E penso si farebbe bene a valorizzare anche figure come quelle di Debora Serracchiani o del vice segretario Lorenzo Guerini, che ha una grande importanza che va oltre la sua visibilità mediatica, perché è un gran lavoratore ed un ottimo dirigente. Credo siamo vicini al fatto di poterci lasciare alla spalle un ciclo ed andare avanti nel nostro cammino”
Nelle elezioni amministrative al comune di Bari il candidato del centrosinistra Antonio Decaro non è stato eletto al primo turno per pochi voti. Complice di questo fatto anche i voti portati via da candidati come Paccione e Magnisi, culturalmente vicini al centrosinistra. A livello europeo la lista Tsipras ha superato la soglia del 4% ed avrà dei propri deputati. Lei crede che sarà possibile un giorno arrivare ad avere un unico partito che riesca a rappresentare le varie anime della sinistra italiana ?
“Premetto che la stabilità del Partito Democratico non dipende dalle persone che non si riconoscono nel PD. Il nostro partito esce da queste competizioni molto rafforzato, dopo l’ingresso nel PSE che Renzi ha determinato dopo tanti anni d’attesa . Se siamo ora nel PSE è grazie a Matteo Renzi e questo vorrei ricordarlo ai leader ex DS come D’Alema, Veltroni o Bersani che in passato non erano riusciti ad avere questo risultato che invece Renzi ha concretizzato in pochi mesi. Guardiamo ora con attenzione a quello che può accadere in governi locali dove Il PD governa insieme a SEL che è stata parte importante del successo di Tsipras in Italia. Personalmente sono stato contento del fatto che la lista Tsipras abbia superato la soglia del 4 %, perché anche chi non si riconosce in quel 40% che ha votato PD può avere un suo riferimento politico , e questo evita il loro l’astensionismo. Da questo punto di vista tutti i progetti che hanno una seria credibilità programmatica sono ben accetti. Quello che mi ha onestamente un po’ perplesso nell’ analisi del voto barese è che talvolta alcune forme di protagonismo possono portare a rinviare di 15 giorni un appuntamento importante come la nascita del nuovo governo di Bari e per questo da barese non sono affatto felice che la città resti per questo periodo politicamente sospesa. Vi è un po’ di rammarico perché con quel 49,4 % non si è potuti arrivare ad un risultato pieno già al primo turno per alcune iniziative di persone che hanno nella loro libertà, riconosciuta dalla nostra Costituzione, deciso di associarsi in altre aggregazioni. La loro peculiarità è data dal fatto che alcune persone di queste sono state vicine a noi politicamente e culturalmente e hanno deciso di non accogliere le primarie come prerogativa. Personalmente mi spiace in particolar modo per Matteo Magnisi che in passato aveva fatto parte del centrosinsitra al comune di Bari. Luigi Paccione è invece un eccellente professionista che ha presentato una sua proposta. In ogni caso entrambi hanno presentato progetti che non sono stati giudicati dal baresi non all’ altezza della grande sfida politica che abbiamo di fronte. Tsipras ha deciso invece di mantenere anche grazie alla sua componente di SEL un dialogo preciso con Il PD, e questo credo che darà vita su tanti temi ad un proficuo e continuo confronto”