In Francia, sommando i risultati dei due partiti d’area (UMP e FN), seppur non in coalizione, si consolida il centrodestra. L’UMP fa segnare il risultato peggiore perdendo 7 punti percentuali rispetto al 2009. I Socialisti, all’Eliseo oggi, considerando gli scandali che hanno coinvolto e coinvolgono il Pres. Hollande hanno lasciato per strada il 2.5% toccando il minimo storico. Marine Le Pen invece è riuscita a rastrellare più di 11 punti percentuali agli altri partiti oltre ai 7 persi dall’UMP.
In Spagna i due partiti principali PP e PES hanno perso quasi la metà dei consensi ottenuti le 2009 ma hanno mantenuto invariato l’assetto parlamentare.
Va segnalata però la crescita del fenomeno indipendentista Catalano che ha portato la Sinistra Repubblicana di Oriol Junqueras a triplicare la percentuale di voto. In Germania si è verificato l’opposto che in Spagna. I due principali partiti la CDU di Angela Merkel ed il PES di Martin Schultz sono cresciuti di oltre 6 punti . Il partito Pirata che tanto aveva stuzzicato gli analisti politici è invece rimasto al palo; +0,5% rispetto al 2009 ma 1.4% il risultato finale. L’Italia merita un approfondimento maggiore perché è il paese dove la sfida sembrava più aperta, dove si attendeva una fuga a due di PD e M5S. Invece sorprendendo molti ma non tutti è andato in fuga solo il PD di Matteo Renzi. Il Partito di via del Nazareno infatti è cresciuto di oltre 13 punti percentuali.
Il dato del centrodestra è sostanzialmente conforme alle attese tenuto conto delle vicende interne ai partiti. La Lega fa registrare un piccolo miracolo, superando lo sbarramento nonostante gli scandali dello scorso anno avessero quasi azzerato il partito e la visibilità mediatica sia stata piuttosto contenuta e facendo registrare a Matteo Salvini il record di preferenze assieme a Raffaele Fitto (FI). Il risultato italiano diventa molto rilevante se letto attraverso il filtro dei giochi di potere tra potenze continentali.