di Ester Lucchese
In ambito pastorale-agiografico spicca l’opera di Elena Bergadano, gradevole sia dal punto di vista stilistico che dei contenuti. Il libro è intitolato Rita da Cascia col sottotitolo La santa di tutti attraverso un’attenta indagine storica, rispondente ad una scrupolosa ricerca, fa luce sulla vita di una donna straordinaria, testimone di come si possa essere profondamente radicati nell’amore di Cristo. Figlia, sposa, madre, vedeva e monaca, in ogni circostanza, Rita ha dimostrato di essere una donna di pace.
Nel capitolo III intitolato GIOVINETTA SENZA VANITA’è esplicitato questo aspetto caratteristico della Santa e come sostiene l’autrice, la sua famiglia di origine l’aveva indirizzata ad essere, sì, forte, ma soprattutto capace di “ placare gli odi e di spezzare la dura e triste catena di vendetta”. Ciò che fece grande quest’umile donna fu “l’educazione civica, etica e religiosa, appresa specialmente dagli esempi di vita cristiana che i suoi genitori le fornivano continuamente”.
In questi tempi incerti e bui fa un certo effetto parlare di santità, in realtà ai nostri giovani, molto spesso, sono propinati modelli da imitare lontani dalla spiritualità e dalla fede in Dio. Viviamo immersi in un mondo senza valori e prospettive, a volte frenetico ed immorale, la storia, però, ci insegna che è necessario conoscere e capire cos’ha contraddistinto l’evoluzione della specie umana ed attraverso lo svolgersi dei fatti, indurci utilmente a fare connessioni, di quella che apparentemente può sembrare la storia dei fatti del passato, ma che in realtà fa parte della nostra storia sociale e culturale.
E’ possibile vivere la santità in ogni dove e Santa Rita è stato un memorabile esempio di come, fra le incombenze della propria esistenza, sia possibile far emergere una spiccata ed acuta intelligenza, la sensibilità, l’equilibrio interiore, espressione tangibile dello spirito di sacrificio e dell’ottimismo, nonostante le prove, davvero difficili e tristi, a cui la vita può sottoporre. Rita aveva vissuto in armoniosa intesa l’unione matrimoniale e con gioia ineffabile l’esperienza della maternità, tuttavia gli eventi luttuosi che avevano colpito irrimediabilmente la propria famiglia, l’avevano spinta a consegnare la sua umile esistenza al servizio di Dio e del prossimo, consacrandosi a Cristo crocifisso. I quarant’anni di vita monastica furono vissuti da Rita esclusivamente in un ambiente religioso agostiniano e francescano.
La sua nuova vita era caratterizzata dalla continua preghiera, cioè dal fatto di poter colloquiare direttamente con Dio in ogni momento. La stigmatizzazione, durata ben quindici anni, fu la sua vera nuova croce portata con dignità fino alla morte. Il papa di Cracovia aveva detto di lei ,il 20 maggio del 2000: ”Santa Rita è stata una testimone incrollabile di fede, grazie alla forza di essere una donna di pace in ogni circostanza”.
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