Di Ester Lucchese
Il discorso del Capo dello Stato, insolitamente avvenuto dalla propria postazione di lavoro, è stato davvero efficace, un pò perchè il riferimento alle cinque email di alcuni cittadini ha reso più veritiere le sue parole ed i suoi moniti. Complesso ed esaustivo, come sempre, il suo discorso ci ha consegnato un Presidente straordinariamente in forma, il quale ha voluto riferirsi alla politica interna, sottolineando questo, cioè, che l’anno 2013 è stato “tra i più inquieti sul piano politico ed istituzionale”.I punti affrontati sono stati molteplici: la questione economica, la situazione internazionale, l’Unione Europea, la condizione dei detenuti, la missione di pace dei militari, i marò sotto processo in India, il volontariato, il rinnovamento delle istituzioni. Nella parte conclusiva del discorso Napolitano si è detto preoccupato “per il diffondersi di tendenze distruttive nel confronto politico e nel dibattito pubblico che portano al “tutti contro tutti” ed alla lacerazione del tessuto istituzionale ed alla coesione sociale”.
Un riferimento esplicito è stato fatto anche nei riguardi di papa Francesco, il quale nella sua omelia, in occasione della celebrazione dei Vespri del 31 dicembre, ha espresso il suo apprezzamento per la città di Roma, anche se il papa ha sottolineato la necessità che essa sia più ricca di umanità per il bene di tutti ed animata, soprattutto, dal “lievito del Vangelo” che diviene strumento della misericordia di Dio.