di Enzo Carrozzini L’ultimo mese del 2013, ennesimo anno di cui gli italiani ricorderanno più le privazioni e i continui buchi alla cintura che hanno dovuto praticare , lascia interrogativi inquietanti sulla consistenza delle contestazioni, al limite della rivolta, che si sono susseguite in tutto il Paese ad opera di persone facenti arte del movimento che per antonomasia si è auto definito dei “Forconi”, il cui acme sarà raggiunto in occasione della manifestazione indetta nella Capitale il prossimo 18 Dicembre. Il movimento eterogeneo costituito da piccoli imprenditori falliti per gli effetti della crisi economico finanziaria che devasta il Paese, padroncini dei trasporti, disoccupati, studenti, ha dato segnali inequivocabili ad una classe politica assorta fino ad oggi a baloccarsi su problemi di ben altra natura, o apparentemente scollata dai disagi sopportati da larga parte di connazionali. Ricordiamo che in tutto il 2012 sono stati ben 89 i casi di suicidio di imprenditori impossibilitati a fronteggiare le necessità delle proprie aziende e della famiglie, e da Gennaio 2013 sono più di 120 le persone che si sono tolte la vita perché schiacciate dal peso delle difficoltà che la crisi economica porta con sé registrando un inquietante aumento rispetto al periodo precedente. In definitiva un quadro devastante, nonostante gli indicatori dell’economia incomincino a inviare flebili segnali di ripresa, non a caso il famigerato spread, il differenziale di interesse tra titoli del debito pubblico tedesco e quelli nazionali sia a 226 punti, ma segnali relativi ad aumento di consumi e ripresa occupazionale stentano ad individuarsi e chissà quanto tempo ci vorrà. In questo scenario la condivisibile esasperazione di migliaia di giovani determina le proteste al limite delle rivolte cui abbiamo assistito in quest’ultima settimana. Non sono tollerabili tuttavia le minacce che alcuni sedicenti esasperati, a nord come a sud, hanno esercitato nei confronti di negozianti, obbligando loro a tenere chiusi gli esercizi commerciali, limitando la libera circolazione di cose e persone. Questi veri e propri atti di squadrismo di gruppi organizzati politicamente, e a volte messi in opera, ci narrano le cronache, anche da soggetti appartenenti alla malavita, non possono in alcun modo essere consentiti da uno Stato Democratico,quantunque scalcinato, nella considerazione dei suoi stessi cittadini. Il movimento dei forconi intima a tutta la classe politica di andare a casa, abbandono dell’euro, riforme costituzionali, guarda caso di chiaro stampo autoritario, non dicendo una parola su come risolvere i problemi di debito pubblico che affliggono la nostra comunità, a meno di determinare l’insolvenza del sistema paese, precipitando ancora di le sue condizioni. Nell’ascoltare queste deliranti proposte non si può non pensare all’esistenza di una regia occulta mirante a scardinare il sistema democratico, a meno che non si tratti di pura operazione di marketing mirante ad inserire i “nuovi difensori” del popolo in una lista alle prossime tornate elettorali amministrative o europee che siano, gabbando l’esasperazione e le speranze di tanta brava gente. Ne si può sottacere l’ennesima prova cui sarà sottoposta la classe politica di antico e nuovo conio le cui quotazioni alla taumaturgia sono ormai fuori corso….
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