di Enzo Carrozzini
“Essendo stati respinti tutti gli ordini del giorno presentati in difformità dalla relazione della Giunta per le Immunità che proponeva di non convalidare l’elezione di Silvio Berlusconi la relazione della Giunta deve intendersi approvata.”
Con questa dichiarazione dallo scranno di Presidente del senato della Repubblica, Piero Grasso ha annunciato la decadenza dalla carica di senatore il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in seguito alla nota condanna per frode fiscale comminatagli in tre gradi di giudizio.
Una giornata epocale per la politica italiana, in quanto il Cavaliere a vent’anni dalla sua “discesa in campo” è disarcionato dal voto palese espresso a maggioranza dai senatori.
Il centro destra, incluso i fuoriusciti del NCD -Nuovo centro destra di Angelino Alfano, formazione creatasi a seguito della scissione dal Pdl, hanno sostenuto il Cavaliere fino all’ultimo ma non c’erano possibilità di controvertere un esito ormai scontato.
Silvio Berlusconi ha appreso la notizia mentre in via del Plebiscito arringava i suoi sostenitori giunti da tutta Italia dall’alto di un palco allestito in occasione della manifestazione indetta contro ciò che stava avvenendo in Senato.
“E’ un giorno amaro e di lutto per la democrazia”, ha detto Berlusconi. “Il Senato di sinistra con il suo potere ha ordinato al tempo di fare freddo”. Attaccando la sentenza ha continuato: “La magistratura vuole la via giudiziaria al socialismo contro il capitalismo borghese” e poi passando agli avversari politici ha sentenziato: “Quando la sinistra non è al potere la magistratura fa di tutto per farla tornare al potere”, per rincarare la dose contro la sentenza che lo ha privato del laticlavio ha affermato “La sentenza sui diritti tv è una sentenza che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini”. Quella sentenza, ha aggiunto, “è basata solo su teoremi e congetture e su nessun fatto o documento o testimone. Sono assolutamente sicuro che il finale di ricorsi presentati sarà il capovolgimento della sentenza con la mia completa assoluzione” . Infine richiamando i sostenitori all’entusiasmo ha concluso: “Non ci ritireremo in qualche convento, noi stiamo qui, restiamo qui, resteremo qui”.