Ester Lucchese
La straordinaria originalità del “Satyricon”, opera realistica per eccellenza fra i classici latini, fa sì che tuttora lo si apprezzi e lo si proponga come testo di studio, infatti, sviscerandolo si possano rapportare due stili linguistici. L’autore, un certo Petronio, presumibilmente vissuto alla fine del II sec. d. C., divenne arbitro del buon gusto della vita di corte, ma ben presto cadde in disgrazia per l’invidia di Tigellino.
Il Satyricon di Petronio è una delle opere più ironiche che la letteratura ci abbia mai consegnato. In esso l’autore latino denuda una struttura sociale improntata sullo strapotere dei nuovi ricchi che aveva sfaldato l’ancièn règime. L’opera è pregna di modi di dire del linguaggio parlato e volgare ed è un testo dalla struttura composita, cioè formata da prosa, versi e digressioni. Petronio percorre la cultura dell’età di Nerone e ne è un eccellente e geniale testimone.
Il grande intermezzo dell’opera è caratterizzato dalla cena di Trimalchione, rappresentante dei liberti, i nuovi arricchiti. In essa ruotano Encolpio ed Ascilto, studenti universitari dell’alto medioevo, e gli argomenti che vengono trattati , durante il convivio, si riferiscono alla stoltezza umana. Tuttavia non vi è una via di orientamento morale. La cena è caratterizzata da trovate bizzarre e stravaganti in grado di mettere a disagio gli scholastici, mentre gli altri applaudono all’arricchito padrone di casa. Le vicende del romanzo si svolgono in una città greca dell’ Italia meridionale in mezzo ad una complessa realtà sociale in cui si presenta il problema dell’integrazione ed affermazione dei provinciali e dei liberti. Gli scenari cambiano di volta in volta a seconda delle vicende narrate: l’interno di una scuola di retorica e la lussuosa dimora di Trimalchione.
Questo romanzo latino può considerarsi a tutti gli effetti una parodia del romanzo ellenistico, per il fatto che i contenuti realistici tendono a fare luce su una visione demistificante della vita e della società, caratterizzata da una coscienza epocale in crisi.
La conversazione fra i protagonisti è caratterizzata dal discorso elegante e dal sermo volgare del liberto. Riporto i primi versi del primo brano poetico del Satyricon in cui il retore Agamennone ripropone l’ideale della grande eloquenza poetica, sul modello di Cicerone:
V. Artis severae si quis ambit effectus
mentemque magnis applicat, prius mores
frugalitatis lege poliat exacta.
Traduzione letterale:
Se qualcuno ambisce all’effetto di un’arte severa
fa approdare la mente alla grandezza,
affina prima di tutto i costumi grazie ad un’esatta norma di frugalità.
Traduzione a senso:
Chi di un’arte severa ama gli effetti
e mira in alto, i suoi costume, prima,
renda frugali con paziente lima.
Il discorso di Encolpio con il retore Agamennone appare quanto mai attuale perchè si riferisce alla crisi della scuola e della cultura scolastica, per cui ai giovani, quando, finiti gli studi, cominciano la professione, sembra di essere “delati in alium orbem”( trad.: sbalestrati in un altro mondo”).
Note
Petronio Arbitro, Satyricon, Biblioteca Universale Rizzoli p.p. 118-119
G. F. Giannotti, A. Pennacini, Società e comunicazione letteraria di Roma antica,vol. III, Loescher Editore pp.58-64