di Francesca Tomei
Il mondo cinofilo è ricco di razze, ce ne sono circa 400 riconosciute, ed altre non ancora ufficializzate. Solo in Italia più dell’80% della popolazione canina è rappresentata da cani di razza. Attraverso lo studio del DNA mitocondriale si è scoperto che il progenitore comune di tutti i cani (di razza e fantasia) è il lupo (Canis Lupus). Un lungo e complesso processo evolutivo ha prodotto varietà di differenze tra i soggetti che ne sono derivati. Ma non è imputabile solo a questo la grande varietà di razze esistenti oggi. Fino alla seconda metà dell’Ottocento la popolazione canina non era molto variegata e non esistevano le razze che oggi conosciamo e che presentano differenze grandissime, sia per quanto riguarda la taglia (il Chihuahua pesa circa un kg, il San Bernardo oltre un quintale) che per quanto riguarda le predisposizioni, le vocazioni ed i moduli comportamentali.
Da circa due secoli l’uomo ha iniziato ad allevare imponendo una vera e propria selezione artificiale identificando i soggetti degni di trasmettere le loro caratteristiche alle generazioni successive, ed
impedendo la riproduzione dei soggetti ritenuti non idonei. Oggi allevare può essere ritenuto un vero e proprio mestiere, anzi come afferma una mia carissima amica allevatrice, un lavoro da artigiano, in cui mettere, meticolosamente ed in infinita quantità, passione, impegno, attenzione e professionalità. Gli allevatori sono in numero enorme, crescente, e purtroppo spesso sono personaggi improvvisati. Anche il singolo proprietario di un qualsiasi cane di razza decide di cimentarsi in questa attività, con lo scopo di guadagnare soldi. Eppure i veri allevatori raramente si arricchiscono! Devono sostenere tantissime spese, per i controlli veterinari, per l’alimentazione, per le monte (tanto per citarne qualcuna), che alla fine dei giochi si finisce in pari (se tutto va bene). Gli allevatori possono essere divisi in due grandi gruppi: i bravi ed i non bravi. Tra queste due
categorie ce ne sono molti discreti, ma poiché si allevano vite, esseri senzienti, soggetti che finiranno tra le mani di persone, è auspicabile favorire il massimo dell’impegno e della serietà in questa faticosa attività, e non incrementare il proliferare di allevamenti poco seri. Ora, direte voi, chi è l’allevatore serio? E’, innanzitutto colui che investe il suo tempo e la sua passione in una determinata razza. Che la conosce a fondo, con tutte la possibili variabili, sia morfologiche che caratteriali. Un serio allevatore sottopone i suoi cani a tutti gli esami veterinari, per escludere eventuali patologie ereditarie. Non fa riprodurre le femmine prima di due anni di età: se è vero che la riproduzione e la gravidanza sono eventi naturali, che fanno parte dell’esistenza dei soggetti viventi, è altrettanto vero che è richiesta una maturità psicofisica (anche per la cagna) per poter gestire al meglio questi eventi. Un punto importante, che a me sta particolarmente a cuore, è la scelta dei soggetti da far riprodurre. Non si può guardare solo alla parte morfologica, ma, soprattutto, si deve porre grande attenzione alla componente caratteriale: è dimostrato che alcune tendenze caratteriali (diffidenza, aggressività,
ansia) si trasmettono ai figli, e quindi sono da escludere dalla riproduzione tutti i soggetti non equilibrati…si finirebbe per produrre altri soggetti predisposti a problematiche comportamentali, con
enormi ripercussioni nella vita della famiglia che li adotterà. Sono talmente tanti i cani che presentano aspetti difficili derivanti da trasmissione genetica e su cui l’intervento di un Istruttore, purtroppo, tante volte può poco. E se io allevassi non guarderei solo al carattere e alle competenze emotive dei miei cani, ma anche a
quelle dei cani di altri allevatori candidati per un’eventuale riproduzione. Una volta che la scelta dei soggetti adatti alla riproduzione è stata fatta, e dopo l’accertamento della gravidanza, inizia un periodo di controlli veterinari, di manipolazione della gestante (che favorisce l’abituazione alla manipolazione dei futuri cuccioli). E poi comincia la scelta dei futuri proprietari dei cuccioli. E’ una scelta che implica un’enorme responsabilità, perché non credo si possa affidare a chiunque la vita di soggetti che noi abbiamo volutamente fatto nascere. E anche qui si distingue l’allevatore serio, cioè colui che non cede i cuccioli al primo arrivato. Deve saper dire di no ad un potenziale acquirente se non lo ritiene adatto a quella razza o alla responsabilità di un cane. Sono necessari colloqui conoscitivi, in cui emergono le motivazioni che spingono i proprietari a decidere per una determinata razza, ed anche quale tipo di vita si intende offrire al cane. Non dimentichiamo la natura sociale e collaborativa del cane, che non può trascorrere tutto il giorno da solo, peggio se in giardino o in terrazzo, senza condividere la vita col proprietario. Il cane non è un pupazzo e non deve essere considerato un surrogato affettivo. Non può essere scelto come il compagno di giochi dei propri figli, a meno che i bambini non siano stati addestrati ad una corretta interazione con un soggetto di una specie differente dalla nostra. Sarebbe auspicabile anche la volontà da parte dei futuri proprietari a seguire un percorso educativo insieme al proprio cane (mai lasciare il cane ad un “addestratore”), per conoscere al meglio un soggetto diverso da noi, ed instaurare una relazione di fiducia e corretta comunicazione. E poi si arriva al momento della nascita! Il momento più emozionante che segna l’inizio della fine della libertà dell’allevatore! Eh già, perché da quel momento in poi un allevatore serio monitora costantemente la cucciolata e la mamma. Ah dimenticavo! Il parto deve essere assistito
dall’allevatore che è il punto di riferimento per la futura mamma e che trova in lui sostegno e sicurezza. Nella stanza deve essere allestita la cassa parto, che impedisce il ferimento o l’uccisione accidentale dei cuccioli durante i movimenti della madre. L’ambiente deve essere sterilizzato e riscaldato, perché i cuccioli, in assenza della mamma (che si allontana magari per i bisogni) sentono freddo. Man mano che i cuccioli crescono, iniziano ad aprire gli occhi e a sentire, e così il serio allevatore, inizia a presentare loro una grande varietà di stimoli sonori, visivi e tattili. Questo è un fatto fondamentale per la crescita emotiva dei piccoli, che iniziano, così, a conoscere una varietà di stimoli differenti. Per i primi 60 giorni di vita (obbligatorio) i cuccioli devono vivere con la mamma, costantemente, praticamente 24 ore su 24. Diffidate di chi non permette tutto questo,
magari affermando che la mamma è stata allontanata dalla cucciolata perché c’era il rischio che potesse far male ai piccoli: una madre equilibrata e competente (ecco che mi ricollego alla scelta fatta a monte della fattrice) non farà mai del male ai suoi figli, anzi è un elemento educativo necessario ed indispensabile, oltre che insostituibile, per il corretto sviluppo emotivo e caratteriale dei cuccioli. E’ dimostrato che l’assenza della mamma comporta serie problematiche a livello comportamentale nei cuccioli. Non dimentichiamo che la corretta formazione e strutturazione dell’equilibrio emotivo del cane segue l’andamento di quello umano per cui le carenze affettive ed emotive valide per noi sono le stesse anche per i nostri cani. Arriva poi il momento in cui il cucciolo viene ceduto al proprietario… Il vero allevatore fornirà il Pedigree, e non ci sono scuse per cui questo documento non debba essere recapitato. Ho sentito tante volte le frasi “l’ho acquistato ma senza Pedigree, per pagare un po’ meno”, “E’ di razza ma senza Pedigree”… Il Pedigree è un documento indivisibile dal cane di
razza, è la carta di identità di quel soggetto che attesta che quel cane sia di una determinata razza e non presenti (oppure presenti) patologie ereditarie. Il costo è irrisorio rispetto al valore economico del cane, quindi non vedo ragione per cui un allevatore non possa affrontare questa spesa. Chi non lo fornisce non è trasparente e corretto. Ho elencato in maniera sommaria le caratteristiche che descrivono un Allevatore, quello con la A maiuscola. Chi non presenta questi requisiti è semplicemente qualcuno che si improvvisa, qualcuno che sminuisce il lavoro di chi, invece, opera correttamente. A tutti voi che scegliete di acquistare un cane di razza chiedo di pretendere trasparenza, impegno e professionalità da chi vi cederà un cucciolo. Non abbiate timore di chiedere, di informarvi e di assicurarvi che vengano rispettate queste regole…in fin dei conti voi pagate per avere quel cucciolo. E poi, se siamo tutti più attenti alla modalità di operare degli allevatori, non solo avremo maggiori garanzie sui nostri cani (mi riferisco a garanzie di tipo caratteriale e comportamentale), ma favoriremo l’estinzione di chi opera in maniera scorretta, a danno nostro e soprattutto lucrando
scorrettamente sulla vita dei cani.
(Francesca Tomei – Istruttore Cinofilo presso Divertirsi a 6 Zampe A.S.D.)
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