di Ester Lucchese
I disastri causati da calamità naturali, quasi sempre imprevedibili, quando nel giro di poche ore annientano numerosissimi esseri viventi, sono temuti da chiunque indistintamente. Allora non si può che pregare e convincersi della fragilità della propria condizione sempre più bersagliata da pericoli di ogni sorta.
Viene spontaneo chiederci come mai Dio possa permettere che ciò accada, naturalmente a questa domanda non c’è risposta che riesca a confortare chi in questo momento sta vivendo nel dolore più cupo.
Ciò che si è verificato nelle Filippine è un cataclisma di una tale gravità come mai era accaduto in un’area che non è mai stata risparmiata dalle catastrofi naturali.
Gli aiuti umanitari in questi giorni si moltiplicano e rappresentano il segno tangibile della volontà umana fraterna di compensare i vuoti che si sono creati in quelle terre: famiglie distrutte, interi paesi sterminati.
I primi passi da compiere nei paesi martoriati sono quelli che porterebbero gradualmente alla normalità, dunque, il sostegno psicologico è doveroso oltre alla costruzione dei propri spazi di vita per chi è rimasto molto spesso privo di qualche familiare e che deve inizialmente abituarsi a vivere negli spazi comuni dell’accampamento. La costruzione di un villaggio avverrà lentamente ed in quest’opera di ricostruzione sono coinvolti numerosi Paesi stranieri, prodighi di aiuti di ogni sorta.
Le prime equipe di dottori di Medici Senza Frontiere sono arrivate nella giornata di sabato a Cebu, a loro si uniranno nei prossimi giorni altri 30 fra medici, psicologi e logisti. Caritas Filippine ha bisogno di sostegno nella sua opera di soccorso ed assistenza sul posto. Come si legge, da informazioni Ansa, sono necessari i generi di prima necessità: acqua potabile, cibo coperte, tende e generi igienico-sanitari. Il Papa ha inviato 150 mila dollari in segno di partecipazione alla corale opera di soccorso. La Commissione Europea ha stanziato 3 milioni di euro. Gli Usa hanno offerto attrezzature per le ricerche ed il salvataggio, nonché elicotteri, aerei e navi. La Caritas Italiana ha stanziato 100.000 euro per i primi interventi. Numerosi sono stati i soccorritori israeliani. Save the Children ha conteggiato un numero elevato di scuole distrutte. La Croce Rossa di Manila invece si sta occupando di provvedere ai rifugi, la mancanza di vie di comunicazioni però sta rallentando l’operazione di solidarietà da parte della comunità internazionale. Un segno di speranza dinnanzi a tanta devastazione, è stata la nascita di una bimba, Bea Joy, nata in un ospedale da campo. Intanto, ci sono ancora intere comunità isolate.
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