di Ester Lucchese
La pubblicazione di Claudia Petraccone, docente di Storia Contemporanea presso l’ Università Federico II di Napoli, uscì nel 2005 per conto della casa editrice Laterza, ed è intitolata Le “ due Italie” col sottotitolo La questione meridionale tra realtà e rappresentazione.
L’autrice ripercorre la storia della questione meridionale a partire dall’ Unità d’Italia, mostrando un’ Italia profondamente divisa dal punto di vista economico, sociale e degli atteggiamenti mentali. L’opera complessa si rivela in realtà un prezioso apporto agli studi specialistici della storia del Mezzogiorno.
La Petraccone cerca di analizzare quelle che furono, a suo tempo, le dinamiche del Paese dal punto di vista economico e sociale in riferimento al Mezzogiorno, consegnandoci una disamina della questione meridionale strettamente connessa alle vicende dell’ Italia contemporanea.
L’opera è suddivisa in cinque capitoli arricchiti da numerosi paragrafi che ripercorrono le linee evolutive della nostra storia a partire dal 1860 fino ai nostri giorni. In essa sono svelate le cause storiche, da attribuire alle dominazioni straniere, che nel Mezzogiorno ”avevano ostacolato la nascita di forme di autogoverno simili a quelle che si erano sviluppate al Nord, grazie alla civiltà comunale”. Il senso civico poco sviluppato al Sud, sostiene l’autrice, ha determinato, nel corso degli anni, quel “ familismo amorale, unito al clientelismo, all’illegalità, alla stagnazione economica ed al governo inefficace, il tutto acuito successivamente dall’intervento straordinario che ha indebolito il suo sviluppo economico autonomo ed ha incrementato, invece, quei meccanismi di dipendenza politica”.
In tempi più recenti, sottolinea la Petraccone, gli studiosi meridionalisti, hanno rilevato il fatto che il male endemico nelle nostre terre sia stato determinato dalla nascita di un’illegalità diffusa che ha costituito per tanto tempo un
“terreno fertile per lo sviluppo di forme di criminalità organizzata, capace di penetrare nei diversi settori della società civile e di operare anche sul piano internazionale”.
L’opera tuttavia sembra convergere nello stesso punto al quale tutti noi ci auspichiamo di approdare, l’adesione, cioè, dell’ Italia all’ Unione Europea che apre decisamente nuove prospettive sia a livello Regionale che Nazionale.
Al di là dei particolarismi facciamo pertanto affidamento su di una politica razionale che favorisca il numero dei contributi tendenti a valorizzare ed a tener conto delle peculiari risorse territoriali dell’intero Mezzogiorno, rispecchiando i “ bisogni civili in cui sovrasta l’obettivo più importante che è l’ AZIONE EDUCATIVA che si fa garante di giustizia per il rinnovamento di questa parte d’Italia”.
Durante un’intervista al presidente del GRUPPO PICCOLA INDUSTRIA di Confindustria Campania, per conto di Mezzogiorno Economia, del 10/ 04/ 2006, egli cominciò il suo discorso dicendo queste testuali parole: “La questione meridionale è una questione complessa che viene da lontano e che pure non è percepita per la sua effettiva rilevanza!”.
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