di Enzo Carrozzini
Il vile atto intimidatorio che per la seconda volta in otto mesi attinge il Sindaco Giorgio Grimaldi suscita inquietanti interrogativi sulle motivazioni per le quali la massima autorità cittadina è fatta oggetto di tanta “premurosa attenzione” da parte di criminali.
Non si può definire in altra maniera il gesto di coloro che, depositando del materiale infiammabile appiccandogli fuoco, sul portone di ingresso dell’abitazione di un uomo per bene impegnato nelle Istituzioni, manifestano un totale disprezzo per la vita delle persone. Che si tratti di un gesto solitario di un mentecatto, o, come è più facile pensare, l’atto intimidatorio di un “pizzino infiammabile” da parte di chi vuole intervenire a gamba tesa nello svolgimento dell’attività amministrativa, così come democraticamente indirizzata dalla maggioranza dei cittadini sangiorgesi. E’ il momento che tutta la cittadinanza si raccolga intorno al suo sindaco con convinta solidarietà e appoggio, in attesa che le forze dell’ordine e la magistratura riescano a dare volto e nomi ai criminali. Qui non si tratta di normale dialettica e contrapposizione critica, anche dura, su differenti visioni del progetto politico e di sviluppo che un ente locale per mezzo della maggioranza da cui è guidato vuole imprimere al suo territorio, c’è il timore che questa attività possa essere messa pesantemente a rischio da inconfessabili interessi che legano criminalità organizzata e politica, le cosiddette zone grigie che ammorbano da tanto tempo lo svolgimento della vita democratica a San Giorgio come nel resto d’Italia.
A nome del Giornale e della redazione tutta rivolgiamo a Giorgio Grimaldi piena, incondizionata vicinanza e solidarietà.
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