di Ester Lucchese
HAIFEZ HAIDAR è un poeta e scrittore libanese di cittadinanza italiana che nell’ultimo periodo si è dedicato all’attività di insegnamento e alla scrittura per divenire concretamente un ponte di dialogo tra l’Italia ed il Medio Oriente. Noto studioso delle religioni monoteiste più volte è stato insignito di Premi letterari in ambito religioso. Attualmente riveste il ruolo di coordinatore della cultura dell’ Unione Nazionale degli scrittori della Lombardia.
La lirica che vi presento è tratta dall’opera “ Il custode del Corano”. Il componimento poetico di struggente bellezza, espressione di un linguaggio breve,conciso, immediato e sintetico, rappresenta lo specchio più limpido di tanta poesia contemporanea dedicata al tema della guerra.
Hafez Haidar con le sue parole orchestrate magistralmente ed armonicamente ci presenta i suoi versi che possono essere simbolicamente e metaforicamente rappresentati da un volto di un bambino che davanti ad i suoi occhi vede un filo spinato.
La guerra è l’aspetto più deleterio e degenerante della condizione umana e la voce del grande poeta arabo si pone come denuncia per scuotere le coscienze di ognuno di noi.
Riporto testualmente i concisi ma eloquenti versi di uno dei più grandi poeti della poesia araba contemporanea:
Sogno di vivere in un mondo senza frontiere
e senza paure
dove la guerra è un ricordo di un vecchio passato.
Sogno di vivere in un mondo, dove non esistono né bombe né kamikaze
dove una madre non versa lacrime
sul viso insanguinato di un neonato,
dove cristiani, mussulmani, ed ebrei
pregano nello stesso luogo
illuminati dalla stessa luce
che irradia tutti i giorni
i cuori dei bambini.
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