di Enzo Carrozzini
Il termine improprio “Palco osceno”, per definire in maniera ironica il palcoscenico, fu una geniale intuizione dell’attore Nino Frassica nel corso dell’indimenticabile programma televisivo “Indietro tutta” di Renzo Arbore. È utile informare, soprattutto i nostri lettori più giovani, che quel programma affrontava in misura ironica i danni culturali che le produzioni televisive private e, purtroppo, pubbliche, arrecavano alla formazione culturale degli italiani grazie al concorso di munifici sponsor mediante elargizione di sostanziosi premi in danaro, per le soluzioni di quiz demenziali del tipo quanti fossero i giorni della settimana o i mesi dell’anno. Così ponendo alla berlina quelle pratiche che si sarebbero rilevate dannose per la formazione delle coscienze italiche, quel programma analizzò, alla sua maniera, per la prima volta(era il 1988), le contrapposizioni tra italiani del nord e del sud, venute prepotentemente alla luce dalla comparsa nel panorama politico italiano del partito della Lega Nord del Senatur Umberto Bossi. Memorabile fu una puntata in cui Arbore, agghindato in abito di scena come ammiraglio di nave con tanto di feluca, a sottolineare la vena goliardica del programma, invitò i concorrenti divisi in opposte fazioni, a scaricarsi reciprocamente e rigorosamente senza audio, due minuti di improperi, a dimostrare che liberatisi dagli istinti di pancia, si poteva passare alla competizione vera e propria del quiz, per giocarsi la distribuzione dei milioni offerti dal generoso Sponsor il Cacao Meravigliao….. mentre il Paese invece di fare passi avanti andava “Indietro Tutta”… Arbore ha avuto ragione… Aveva intuito il pericolo del precipizio cui andava incontro il Bel Paese, esprimendolo con mezzi a lui più consoni….. Oggi il precipizio economico e morale è a un passo, e il palcoscenico che calca la classe dirigente di questo paese è più che altro un palco osceno..
È’ il palco osceno della politica che fa legare la storia di un grande Paese come l’Italia, alle vicende di un importante imprenditore, grande finché si vuole, ma incappato ,nella sua frenetica attività “del fare” , in pratiche non propriamente lecite, che lo fanno condannare definitivamente, e manifestare il suo non volerci stare per mezzo di un partito politico creato a sua immagine e somiglianza con la determinazione ad influenzare il corso democratico della Repubblica. È l’insipienza politica, di ogni ordine, grado e direzione, che continua a non guardare i reali bisogni della società, e delle grandi tragedie di cui siamo circondati, e si sorprende a “rimirarsi l’ombellico”, per dirla come il missionario comboniano Padre Alex Zanotelli. È l’insensibilitá di un ceto politico, che oggi si trova in prima fila con candele e fazzoletti in mano a piangere l’ennesima tragedia dei naufraghi di Lampedusa, quando ha approntato strumenti legislativi per introdurre il reato di immigrazione clandestina, riempiendo le carceri di disperati favorendone la loro totale perdizione nelle fauci della criminalità organizzata, quando l’hanno fatta franca scampando a quelle dell’orco Mediterraneo. Quella stessa classe politica che Adesso pretende di sbattere i pugni in Europa chiedendo collaborazione, quando per tanto tempo ha dato ragione a personaggi improbabili e pericolosi al tempo stesso, che inneggiavano la volgarità della loro xenofobia all’insegna del motto ” i baluba a casa lur” e li rinchiudeva nei lager dei Cie.. ..
La classe politica che ora si batte il petto al cospetto del possente “Vergogna” della dolcissima voce di Papa Francesco.
C’è solo da augurarsi che trascorso il periodo della commozione per l’ennesima perdita di vite umane disperate, terminato il battage mediatico dei programmi televisivi laddove noi tutti nella serenità dei nostri tiepidi tinelli interrotti dalla fatidica frase “due minuti di pubblicità, restate con noi”, non veniamo riassorbiti dalla patetica rappresentazione di certa classe dirigente, e incominciamo a valutare seriamente e senza farci prendere da egoistici arroccamenti, sul tipo di società che vogliamo lasciare ai nostri figli e soprattutto le donne e gli uomini che dovranno guidare questo percorso, milioni di affamati di fame sono alle porte e non possiamo baloccarci ulteriormente.
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