di Enzo Carrozzini
Da qualche giorno sta spopolando sul web e per l’ Italia la notizia è stata ripresa nella sezione esteri del sito del Corriere della Sera, un video clip che d’acchitto sembrerebbe un messaggio pubblicitario della più famosa fabbrica tedesca di autovetture, la Mercedes, e gli elementi ci sono tutti:le immagini della famosa berlina celebrata nel mondo,lucentissima carrozzeria, motore ruggente, con tanto di passaggio a evidenziare le tecnologia innovative sul monitor nell’abito colò, segnalante gli avanzati dispositivi di sicurezza montati su di essa, che permettono, come un classico della pubblicità di questo tipo, di evitare l’investimento di due ragazzine intente a giocare per strada. Ma qualcosa non quadra nella costruzione della storia quanto a localizzazione temporale ed atmosfera. Una melodia inquietante, infatti, contrappunta lo scorrere delle immagini riprendenti un paesino sperduto nella campagna austriaca di fine 800, si tratta di Branau sull’ Inn, la viva meraviglia che suscita ai paesani il passaggio di quel mostro tecnologico è lampante, ma la sorpresa arriva come un pugno allo stomaco… Quella stessa autovettura dotata di dispositivo anticollisioni che ha salvato poco prima la vita alle due ragazzine, prosegue il suo percorso come fosse animata da vita propria investendo un ragazzino che corre per strada mentre fa svolazzare un aquilone, quel bimbo è Adolf Hitler…..
Non è uno spot pubblicitario, ma la tesi di laurea di tre ragazzi tedeschi Tobias Haase, Jan Mettler e Lydia Lohse dell’Accademia del Cinema di Ludwigsburg, che hanno colpito nel segno. Un notevole lavoro di grandissimo effetto perché possiede tutti i caratteri di uno spot pubblicitario, ma che suscita al tempo stesso una grande riflessione per la violenta sorpresa finale,(nonostante l’idea della “auto dotata di anima” sia stata ripresa dal famoso film Disneyano “Un Maggiolino tutto matto”). Che cosa avverrebbe se le macchine disponessero, per incanto, della capacità di comprendere l’animo umano tale da decidere la di loro vita? Ovviamente la Mercedes non ha gradito!