Di Ester Lucchese
Un atto vandalico di natura dolosa è stato perpetrato il 4 marzo nei confronti della Città della Scienza di Napoli. Il luogo, espressione di cultura e di civiltà di una comunità, è stato brutalmente incendiato. Quattro dei sei padiglioni sono andati completamente distrutti.
Questa struttura multifunzionale presentava un museo scientifico interattivo di seconda generazione” Hands-on”, un’Area dedicata alla Formazione, allo Sviluppo territoriale e alla creazione di nuova imprenditorialità del Mezzogiorno. Era dunque un sistema organico di diffusione e trasferimento delle conoscenze scientifiche e tecnologiche della società. Le attività coinvolgevano reti di scuole, università ed enti locali e di ricerca.
Il 10 marzo centinaia di palloncini bianchi sono volati in cielo, come segno di speranza e di rinascita, mentre i bambini gridavano “ basta” al male ed alla criminalità.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano si è detto rammaricato e disposto a “ creare le condizioni per colmare un vuoto così grave e restituire alla città una leva così importante per ilsuo futuro”. Secondo Francesco Profumo, ministro dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca “ questo eccezionale patrimonio del Paese deve tornare a vedere la luce”.
Il mondo scientifico, non solo Napoli,la Campania, ma anche l’Italia e l’Unione Europea si è stretta intorno alla Città della Scienza, come simbolo di un Paese che vuole ripristinare il suo valore e la sua funzione.
Nel pomeriggio del 12 marzo la comunità scientifica internazionale esprimerà la propria solidarietà al “ science centre” napoletano.
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