Di Ester Lucchese
Riecheggia ancora quella canzone del grande Lucio Dalla, scomparso lo scorso anno improvvisamente a causa di un infarto, che parla della sua storia, incominciata il 4 marzo del 1943, giorno della sua nascita. La madre giovanissima era stata con un americano, nel periodo in cui avvenne lo sbarco degli alleati e lei dovette affrontare da sola la nascita e la cura del nascituro che nel paese chiamavano Gesù Bambino. Metafora, quest’ultima, anche delle situazioni che si verificavano durante la guerra, quando molti bambini nascevano da incontri fra giovani donne italiane con i soldati che poi morivano in battaglia. Il pezzo fece il giro del mondo ed ebbe uno straordinario successo in Italia., perché ha il sapore della ballata del cantastorie. Alcune parti della canzone vennero giudicate inadeguate e quindi censurate. Il cantautore asserì egli stesso che si trattava del suo unico pezzo capace di commuoverlo mentre lo cantava.
Il testo suscita in realtà malinconia per la profondità dei sentimenti espressi in alcune sue parti, per l’autenticità di ciò che è raccontato, per il realismo descrittivo, come del resto si evince nella maggior parte delle canzoni da lui composte che rappresentano dei bozzetti particolarissimi e di elevata intensità poetica. Gli arrangiamenti risultano orecchiabili e popolareggianti.
Variegata e composita nel corso degli anni appare la sua produzione artistica, tanto da portarlo a conseguire la laurea honoris causa presso il DAMS di Bologna, la sua amata città emiliana.
La carriera musicale di Lucio Dalla è stata costellata da numerose fasi come la stagione beat , quella della sperimentazione ritmica e musicale fino alla canzone d’autore e alla musica lirica.
Interprete e cantautore straordinario, dal look inconfondibile, occhialini rigorosamente tondi da vista e baschetto scuro sul capo, aveva una statura bassa ed una folta coltre di peli che incorniciava il volto e le braccia. Rimarrà per sempre vivo grazie alla sua voce e alle straordinarie note e parole che risuonano nelle nostre orecchie ed albergano nei nostri cuori.